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INFO@COMUNI - Basta un attimo per far male al “tuo” ambiente Stampa E-mail

28 febbraio 2014 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Un elenco di oggetti di cui spesso ci disfiamo con troppa disinvoltura senza conoscere i danni apportati da questa cattiva abitudine. Un fazzoletto di carta diventa biodegradabile in tre mesi e un accendino in cento anni. Al vertice della graduatoria, polistirolo e vetro destinati a “scomparire” in un millennio.


Ogni tanto è opportuno fare un ripasso per convincersi che la buona educazione (personale) fa tutt’uno con il benessere dell’ambiente (che appartiene a tutti). Il campo di prova è il seguente: prendiamo alcuni oggetti d’uso comune e immaginiamoli lì, buttati a casaccio dove capita o peggio ancora in luoghi non propriamente accessibili dove dovrebbero concludere - con il tempo - il loro ciclo di vita.
A parte lo spettacolo di vederli o immaginarseli così abbandonati, vale la pena di sapere che un fazzoletto di carta impiega un secondo per contenere uno starnuto e tre mesi per biodegradarsi, ovvero in parole povere, per trasformarsi in un composto non inquinante e “scomparire”.
Altrettanto ci impiegano i resti di frutta e verdura, con felicità delle nostre narici e degli insetti. Il piacere della lettura di un giornale costa dai tre ai dodici mesi mentre quello del fumo può toccare i due anni. Non certo una boccata di ossigeno per il terreno o le acque.
Avete sorseggiato una bibita in lattina e la buttate dove capita? Si va dai dieci anni in su fino ai cento come spetta agli accendini. Si sale verso la parte alta (ma bassa per qualità civica) della classifica con la plastica (piatti, bicchieri, sacchetti) che può sforare la soglia del millennio, tanto quanto il polistirolo. Il vetro batte tutti posizionandosi oltre i mille anni.
Eppure, basterebbe un attimo per non fare del male all’ambiente e quindi a noi stessi.


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