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INFO@COMUNI - L’agricoltura coltiva il presente con l’innovazione Stampa E-mail

28 febbraio 2014 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Aziende all’insegna della sostenibilità per difendere un patrimonio che vale complessivamente il 15 per cento del Pil nazionale. Diminuisce l’impiego della chimica e cresce la diffusione delle rinnovabili a fini energetici. Nelle serre soluzioni per risparmiare fino al 50 per cento di energia. All’opera anche i macchinari “intelligenti”.


Chissà quale potrebbe essere il parere di un esperto in materia come Virgilio. E chissà quale reazione avrebbe, lui padre della lingua latina, se facesse visita - oggi, dalle sue parti in pianura Padana - ad un smart factory. Non conoscendo l’inglese, bisognerebbe fargli una traduzione. Si tratta di una fattoria intelligente e all’autore delle Bucoliche e delle Georgiche non resterebbe che costatare quanto i tempi siano cambiati.
A parte gli scherzi, ma quello che si vede non è uno scherzo, bisogna dire che l’innovazione ha trovato terreno fertile per svilupparsi, nel solco della tecnologia e della sostenibilità. Per un attimo, anche se è difficile e un po’ doloroso, si metta da parte che l’agricoltura italiana abbia segnato anche l’anno scorso una contrazione delle imprese (4 per cento) e che solo il 5 per cento degli agricoltori sia under 30.
Meglio, quindi, mettere in campo altri numeri. Nel periodo 2007-2012 il consumo di concimi è diminuito del 24 per cento con intuibili vantaggi per agricoltori, ambiente e consumatori. Un altro esempio: le serre sostenibili – i dati sono forniti dall’Unione europea - sono in grado di abbattere il 50 per cento del consumo energetico, il 30 per cento dei fertilizzanti e il 10 per cento degli agrofarmaci. Ed ancora: nel nostro Paese esistono già oltre 40 mila ettari per coltivazione e questa superficie non basta, considerando che questa coltura protetta mette al riparo dalle bizze climatiche.
Non mancano altri segni dei tempi: le macchine intelligenti per la coltivazione di precisione collegate con GPS e guidabili con joystick, come le spandiconcime o le diserbatrici. Con queste tecnologie è possibile dosare i quantitativi da utilizzare, con sensibili risparmi. Ai tempi di Virgilio la best practice (in italiano, la prassi migliore) era più sbrigativa: si bruciava il terreno, e via!
Altro caso, legato all’impiego delle biomasse, che per loro natura fanno parte dello scenario agricolo. Oggi, l’Italia conta oltre 900 impianti per produzione di biogas, posizionandosi al secondo posto in Europa per quantità prodotta. A conferma che i prodotti di scarto, anche lignei, generano effetti positivi sia nei costi evitati di smaltimento sia nella generazione di energia.
Dunque, l’agricoltura italiana si dà da fare per conservare un patrimonio di qualità e che vale complessivamente il 15 per cento per Pil nazionale (250 miliardi). E scende sul terreno della competitività chiedendo aiuto alla tecnologia e alle rinnovabili. Sotto sotto, anche Virgilio è d‘accordo.


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