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INFO@COMUNI - Potature verde pubblico: ecco un taglio che fa crescere i risparmi Stampa E-mail

29 novembre 2013 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - L’utilizzo a fini energetici di rami, erba e foglie consentirebbe di ricavare fino a cento milioni l’anno. La provincia di Milano raccoglie ogni anno 80.000 tonnellate di potature, il Comune di Roma 25.000. A livello nazionale si stima che il costo di smaltimento possa raggiungere i 240 milioni.


Alcuni modi di dire hanno una connotazione negativa. Eccone due: “tagliare i rami secchi” e “tagliare l’erba sotto i piedi”. Bene, stavolta diamoci un taglio… e vediamola in un’ottica positiva. Come? Forse non si sa che dal verde pubblico tagliato e potato, dalle foglie e dai rifiuti bio dei giardini di paesi e città si potrebbero ricavare fino a 100 milioni di euro l’anno. Un altro “come?”: utilizzando quegli scarti a fini energetici.
Alcuni dati, tanto per riflettere. La provincia di Milano raccoglie ogni anno 80.000 tonnellate di potature di verde pubblico, il Comune di Roma 25.000. Queste informazioni sono fornite da Fiper (Federazione italiana produttori di energia da fonti rinnovabili), da tempo impegnata in una battaglia finalizzata alla piena valorizzazione di una risorsa assai interessante come le biomasse sotto il profilo economico ed ecologico.
Ad esempio, si ridurrebbe la quantità dei rifiuti, in ogni caso da smaltire, e creando interessanti filiere di prodotto a livello territoriale. Sarebbe un peccato buttare via questi sottoprodotti che invece si rivelano preziosi.
La stima delle potature del verde urbano a livello nazionale - osserva Fiper - si aggira intorno ai 3-4 milioni di tonnellate l’anno con un costo di smaltimento di circa 150-240 milioni di euro, a fronte di un possibile ricavo in caso di utilizzo energetico di 60-100 milioni l’anno. Un saldo in ogni caso attivo, considerando anche i benefici ambientali.
Vogliamo aggiungere un’altra considerazione? Parte delle risorse richieste per il dissesto idrogeologico - sostiene Fiper - potrebbero essere ricavate dalla biomassa, utilizzata a fini energetici, derivante da pulizia di alvei e margini fluviali. Insomma, un’ulteriore conferma. Gli scarti sono un tesoro, meglio non tagliare la strada… al buon senso.


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