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INFO@COMUNI - Nelle foreste italiane è cresciuto un tesoro di energia Stampa E-mail

29 novembre 2013 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Da uno studio dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) risulta che si potrebbe ottenere ogni anno l’1,6 per cento dei consumi energetici nazionali. Un utilizzo nel pieno rispetto della natura. La superficie è in continuo aumento ma l'Italia è “il Paese Ue con il minor rapporto tra legna prelevata e legna prodotta”.


Non è azzardato sostenere che le foreste siano un giacimento. Intendiamoci, lo sono già - sotto il profilo paesaggistico e culturale - di un bene comune come la natura. Ma oltre ad essere un giacimento di emozioni, nascondono qualcos’altro che potrebbero offrire generosamente, trattandole con tutto il rispetto che si meritano. Eccone la prova. Dalle foreste nazionali si può ottenere circa l’1,6 per cento dei consumi energetici nazionali (in gergo tecnico, 3 milioni di tonnellate di petrolio equivalenti - Tep - l’anno).
Una cifra formata dall’utilizzo del materiale proveniente dal taglio di legna dei boschi cedui, dalla raccolta dei residui della cura e dei tagli delle fustaie, dal taglio di legna e dai filari. Per dimostrare che non ci siamo persi nella foresta dei numeri a vanvera, la stima, di quanta “energia” c’è nelle nostre foreste, è contenuta in uno studio dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) nell’ambito del progetto europeo “Proforbiomed”.
Obiettivo, promuovere l’uso della biomassa come fonte rinnovabile attraverso una filiera ecologica. I risultati del progetto - presentato recentemente - dedicano uno spazio ad hoc alle foreste del Lazio, che possono “produrre l’1,8 per cento del consumo regionale di energia”. L’Ispra stima poi che “nel Lazio siano stati realizzati appena 80 ettari di piantagioni forestali con tagli periodici a turno breve (pochi anni), per produrre legna per energia”. Un quantitativo ritenuto inferiore al potenziale disponibile che potrebbe essere di “circa 640 mila ettari”, da utilizzare per queste piantagioni. Con la realizzazione di “10 mila ettari di nuove colture forestali a ciclo breve si potrebbero produrre 85 mila tonnellate di legna” ed alimentare 4 centrali da 1 MW.
Possiamo parlare di una miniera (verde) a cielo aperto? Certamente, con riferimento alla superficie forestale italiana che continua ad aumentare. Varcata la soglia dei 10,5 milioni di ettari, ora copre il 34,7 per cento della superficie del Paese. Nuove aree servono per “frenare l’erosione, contenere l’inquinamento, risanare il suolo e stimolare l’economia” - sottolinea lo studio Ispra - mentre l'Italia è “il Paese Ue con il minor rapporto tra legna prelevata e legna prodotta”.
Un altro spreco da licenziare in tronco.


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