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GNL sostenibile anche nel trasporto marittimo Stampa E-mail
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AL GREEN SHIPPING SUMMIT DI GENOVA


di Andrea Molocchi | ECBA Project



Oltre 1.500 presenze e 85 autorevoli relatori provenienti dalle Istituzioni locali e nazionali, dalla Commissione europea, dalla finanza e da grandi aziende del settore a confronto: questi i principali numeri della V edizione di Port&Shipping Tech, il forum internazionale dedicato all’innovazione tecnologica per lo sviluppo del cluster marittimo, organizzato da ClickutilityTeam, tenutosi il 19 e 20 settembre a Genova.
GNL per un trasporto marittimo più sostenibile ed efficienza energetica le parole chiave del Green Shipping Summit, il Convegno del Port&Shipping Tech dedicato all’innovazione ambientale nei trasporti e nei porti. Per quanto riguarda il tema emergente del GNL, questa è stata la prima occasione nazionale per dibattere la proposta di direttiva del 24/1/2013 Infrastrutture per la fornitura dei combustibili alternativi. I principali player associativi - italiani ed europei - assieme agli operatori interessati allo sviluppo della filiera criogenica nei trasporti marittimi, si sono riuniti a Genova per condividere dati, opinioni e proposte, queste ultime rivolte in particolare ai rappresentanti dei tre soggetti chiave coinvolti nell’iter decisionale della direttiva: Commissione europea (Torsten Klimke della DG MOVE), Parlamento europeo (onorevole Carlo Fidanza, rapporteur nel Comitato Trasporti) e Consiglio europeo (Maria Grazia Cacopardi del ministero Infrastrutture e trasporti, in rappresentanza del viceministro Vincenzo de Luca).


Tutti d’accordo sulla necessità di avviare da subito gli investimenti anche in Italia, viste le grandi opportunità offerte dal GNL anche a prescindere dagli obblighi di riduzione delle emissioni navali nelle aree di controllo delle emissioni. Sotto il profilo ambientale, il GNL permette una forte diminuzione dell’inquinamento atmosferico dovuto alle navi e, anche se in minor misura, una riduzione complessiva dei gas serra.
ECBA Project ha stimato che la diffusione del GNL nel Mediterraneo potrebbe ridurre i costi esterni sanitari e ambientali del trasporto marittimo fino all’81 per cento, con un beneficio ambientale nell’area del Mediterraneo che può superare i 10 miliardi l’anno. La stessa proposta di Direttiva afferma il nuovo ruolo del GNL come combustibile marino del prossimo futuro: nella strategia climatica europea (orizzonte 2050) di riduzione delle emissioni di gas serra nei trasporti del 60 per cento, l’innovazione tecnologica e gestionale per il miglioramento dell’efficienza energetica delle navi dovrà accompagnare l’uso del GNL come nuovo combustibile navale; viceversa, il GNL permetterà di ottimizzare i risultati delle misure di efficienza energetica in termini di tutela della salute.


La vera novità, ribadita da vari interventi al Green Shipping Summit, è che il GNL sta emergendo come un valido combustibile marino, alternativo ai prodotti petroliferi, soprattutto per ragioni economiche: è infatti molto più conveniente rispetto al costosissimo gasolio marino a basso tenore di zolfo, che lo shipping si stava rassegnando a usare obbligatoriamente per rispettare le future normative ambientali. Non solo: allo stato attuale dei prezzi relativi del gas e del petrolio, il GNL è anche del 15-25 per cento più conveniente rispetto al combustibile marino ad alto tenore di zolfo, oggi ancora utilizzato come principale fuel navale nel Mediterraneo.
Antonis Michail, dell’associazione europea dei porti (ESPO), ha illustrato almeno una decina di esempi di progetti e investimenti in corso in infrastrutture di stoccaggio e distribuzione nei porti del Nord Europa, e ha citato numerosi altri esempi a livello globale, a dimostrazione che negli ultimi tre anni si è innescato un profondo processo di innovazione volto a sfruttare il vantaggio competitivo del GNL come carburante marittimo.


Per quanto riguarda l’Italia, il cluster marittimo italiano insieme all’industria del gas e a quella criogenica dovranno dare una risposta di sistema per superare i rischi di eventuali ritardi e realizzare le opportunità di questa trasformazione. La proposta di direttiva europea sulle infrastrutture per i combustibili alternativi è intervenuta tempestivamente per promuovere un mercato unico del GNL e per iniziare a sviluppare la rete di distribuzione del GNL per i trasporti, sia terrestri che marittimi, attraverso obblighi a carico degli Stati membri.
In base alle stime illustrate da Ecba Project al convegno, gli investimenti in Italia associati agli obblighi di infrastrutturazione nei porti, previsti dalla proposta di direttiva, sono compresi fra 700- 1.100 milioni di euro al 2020 (a seconda della possibilità o meno di adeguare i terminal di importazione esistenti), suddivisi fra infrastrutture di stoccaggio e distribuzione (400-600 milioni) e investimenti per la costruzione di bettoline e navi di bunkeraggio del GNL (300-500).


Agli investimenti per lo sviluppo della supply chain marina bisogna aggiungere quelli necessari per il rinnovo e, ove possibile, adeguamento della flotta nel prossimo decennio, e qui si parla di miliardi. Si pensi solo che, prendendo in esame la distribuzione per età della flotta italiana, si contano circa 130 navi di età superiore ai 29 anni, di cui circa 30 traghetti.
Queste navi dovranno essere necessariamente sostituite nei prossimi anni e la loro costruzione potrebbe essere appannaggio dei cantieri nazionali, che hanno già ricevuto commesse di questo tipo. La proposta di Direttiva europea rappresenta quindi una grande e imperdibile occasione di recupero della competitività dell’industria europea dai trasporti nel contesto globale, a partire dalla cantieristica navale.


Per seguire l’evoluzione della proposta di direttiva, appuntamento alla prossima edizione del Port&Shipping Tech, che si terrà a Napoli, principale porto del Mezzogiorno. Creare un ponte ideale verso il Mediterraneo per riconfermare il ruolo chiave dell’Italia nello sviluppo del cluster e del commercio marittimo del Mare Nostrum: questo il prossimo obiettivo degli organizzatori.

 
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