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PAUSA-ENERGIA
 
L’energia dal deserto non è un miraggio Stampa E-mail
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di Roberto Vigotti| segretario generale RES4MED
e Roberta Lusardi| analista energia RES4MED



Nel Mediterraneo c’è un’incredibile fame di energia, in particolare di energia elettrica, non però nella sponda europea, dove il nostro mix di centrali tradizionali e la consistente introduzione di impianti a rinnovabili garantisce una potenza installata largamente superiore ai fabbisogni, e dove grazie a provvedimenti di efficienza e purtroppo anche a causa della crisi economica e industriale la richiesta di energia si è stabilizzata e a in alcuni casi è purtroppo diminuita. Al contrario, nella sponda Sud e nel versante orientale, dal Marocco alla Turchia, la popolazione crescerà di almeno altri 80 milioni entro il 2020, e richiede per lo sviluppo tassi di aumento di energia impressionanti. E gran parte di questa fame di energia potrà essere soddisfatta utilizzando fonti rinnovabili, di cui questa area è molto ricca”.


Questa è la fotografia della situazione energetica nel Mediterraneo di Francesco Starace, amministratore delegato di Enel Green Power, a conclusione della conferenza internazionale Delivering Renewable Solutions within the Mediterranean electricity market, organizzata dall’associazione RES4MED (Renewable Energy Solutions for the Mediterranean) ad un anno dal suo lancio, all’interno di Solarexpo a Milano.
La conferenza è stata l’occasione per portare alla luce alcuni punti chiave all’interno del dibattito in corso sulle rinnovabili, dalle loro ragioni d’essere alle importanti ricadute occupazionali e sociali per i Paesi Nordafricani, al necessario coordinamento delle varie associazioni e iniziative operanti nel mare nostrum.

La situazione energetica nel Mediterraneo è in rapida evoluzione, ha ricordato Bruno Lescoeur, amministratore delegato di Edison e presidente dell’Osservatorio Mediterraneo dell’Energia: “La domanda energetica aumenta velocemente, tanto che da qui al 2015 la domanda di energia primaria subirà un incremento di 1,5 volte rispetto a 10 anni fa. Saranno soprattutto i Paesi del Sud e dell’Est del Mediterraneo a trainare questo aumento: nel 2015, infatti, la loro domanda aumenterà fino al 42 per cento della domanda totale del bacino (mentre dieci anni fa era solo il 29 per cento). Se il loro consumo energetico per abitante è 3,5 volte più basso che nei Paesi del Nord, la loro domanda aumenta 4 volte più rapidamente”.


A queste differenze corrisponde anche un diverso impiego dell’energia a Nord e Sud del Mediterraneo: a Sud le attività domestiche e residenziali rappresentano la voce principale nei consumi energetici interni, mentre a Nord sono i trasporti. Per quanto riguarda l’offerta di energia, i combustibili fossili la fanno ancora da padroni: a Sud e a Est raggiungono una percentuale del 94 per cento nell’approvvigionamento energetico nazionale, mentre si fermano al 75 per cento nel Nord. Le differenze continuano anche quando si parla di impiego di nuove energie rinnovabili: 1 GW è la capacità installata al Sud, mentre al Nord raggiunge 19 GW (senza tener conto della più tradizionale generazione idroelettrica). Da qui al 2020 la regione mediterranea dovrà dotarsi di una capacità produttiva addizionale di 190 GW per soddisfare la domanda. [...]



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