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INFO@COMUNI - Alluminio, l’Italia lo ricicla con molto know-how Stampa E-mail

31 maggio 2013 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Con il 59,4 per cento dell’immesso sul mercato (68.500 tonnellate), il nostro Paese si colloca in una posizione di vertice nella graduatoria internazionale del recupero di imballaggi. Un settore tecnologicamente avanzato che conta 34 mila addetti e un fatturato di 13 miliardi. Evitate emissioni serra pari a 332 mila tonnellate di anidride carbonica e risparmiata energia per oltre 143 mila tonnellate.

Leggero e resistente, ma non sono le uniche qualità. È un metallo e si ricava dalla bauxite. Ancora un aiutino… In varie forme e produzioni ce lo troviamo davanti agli occhi quotidianamente. Se l’indovinello risulta troppo impegnativo, ecco la risposta: alluminio. Dire che sia diffuso è superfluo. Nell’elenco, entrano le lattine per le bevande, gli infissi delle finestre, le scocche di alcune automobili, le biciclette e le caffettiere e molto, molto altro. Ma vale la pena di aggiungere dell’altro. Tra i pregi non è trascurabile un dettaglio. L’alluminio è riciclabile.
Banale sottolinearlo? Proprio no. Soprattutto se si considera l’uso abbondante che ne facciamo. Per saperne di più, basta consultare i dati forniti da CIAL (Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi in Alluminio). Infatti, nel 2012 sono state riciclate 40.700 tonnellate di imballaggi in alluminio, pari al 59,4 per cento dell’immesso sul mercato (68.500 tonnellate). Un risultato che pone l’Italia ai vertici della graduatoria mondiale e che è stato conseguito grazie alla collaborazione dei cittadini e agli accordi stipulati tra il Consorzio e gli enti locali di riferimento. Sono 5.500 i Comuni italiani in cui è attiva la raccolta differenziata dell’alluminio (circa il 70 per cento del totale) con il coinvolgimento di oltre 45 milioni di abitanti (il 75 per cento della popolazione italiana).
Il recupero e il riciclo dell’alluminio comportano gli stessi vantaggi prodotti dalle varie tipologie di rifiuti. Infatti, è opportuno ricordare che sono destinate al recupero energetico 3.500 tonnellate (quota di imballaggio sottile che va al termovalorizzatore) e che con il riciclo di 40.700 tonnellate di imballaggi sono state evitate emissioni serra pari a 332 mila tonnellate di CO2 e risparmiata energia per oltre 143 mila tonnellate equivalenti petrolio.
Ai meriti ambientali si affiancano quelli economici che si concretizzano in 218 imprese consorziate con 34 mila dipendenti e circa 13 miliardi di euro di fatturato. L’Italia può fregiarsi di una meritata medaglia d’oro, considerando che il 54 per cento dell’alluminio circolante proviene dal riciclo e che i trend produttivi di alluminio riciclato toccano le oltre 862 mila tonnellate di rottami trattati (considerando non soltanto gli imballaggi) pari ad oltre il 54 per cento dell’utilizzo complessivo di alluminio grezzo.
Quando l’Italia ci si mette, i risultati non mancano. Soprattutto quando mette in campo imprenditorialità e competenze tecnologiche. Ebbene, è il momento di fare un po’ di autopromozione patriottica senza fare troppa pubblicità ad un noto marchio che produce e commercializza capsule (in alluminio) di caffé. Anche il fascinoso attore statunitense che le reclamizza può essere contento che le sue capsule, dopo averle degustate in tazzina, sono riciclate all’italiana. Con l’aroma di un know-how eccellente.


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