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Dalla liberalizzazione ad oggi Stampa E-mail
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di Guido Bortoni | presidente Autorità per l’energia elettrica e il gas (AEEG)



Tra i diversi aspetti che hanno caratterizzato l’iter di liberalizzazione dell’energia elettrica e del gas in Italia mi preme anzitutto rilevare che il processo ha fatto seguito a quello di trasformazione in società per azioni degli enti pubblici economici (Eni ed Enel) che fino ad allora avevano operato nel nostro Paese come monopolisti, per lo straordinario impulso liberalizzatore impresso dall’Europa.


Benché il processo di privatizzazione fosse nato peraltro più da esigenze volte a ridurre il debito pubblico e a rimpinguare le casse dello Stato, affinché potesse avere successo è stato necessario ricondurre le allora aziende energetiche di Stato a soggetti operanti nel mercato, seppur con posizioni di vantaggio e taglie da incumbent rispetto ad altri operatori e nuovi entranti. Tale fenomeno ha mutato il novero di strumenti diretti per l’implementazione delle politiche pubbliche energetiche, complicando il quadro di governance. Non è un caso che sia proprio del 1995 la legge istitutiva dell’AEEG: lo Stato imprenditore lascia in parte il testimone ad un soggetto terzo, il Regolatore, indipendente dal potere politico, e con elevato profilo tecnico.


Le esigenze di governance del settore sono diventate imprescindibili a fronte del frazionamento delle decisioni in capo ad una molteplicità di operatori che agiscono secondo logiche di mercato. Per poter delegare al mercato il raggiungimento degli obiettivi anche di interesse generale si è quindi reso necessario che in questi settori – che possono essere pervasi da potenziali fallimenti di mercato e, al contempo, si caratterizzano per essere particolarmente capital intensive – fossero previste un insieme di regole funzionali a indurre gli operatori ad allineare i propri obiettivi all’interesse comune. Tutto ciò non sarebbe avvenuto nel nostro Paese senza il ruolo svolto dall’Europa. [...]



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