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Sperandini: ‘‘Roma città eterna… ma progetta il futuro” Stampa E-mail
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IL PRESIDENTE E DIRETTORE GENERALE ACEA RETI


di Dario Cozzi




Presidente, anche Roma ha deciso di diventare una città smart. Può sembrare quasi una contraddizione per una realtà che tanto deve al suo passato. E invece, adesso si guarda al futuro…
**Roma è una metropoli che si confronta con le principali capitali europee e deve garantire standard di servizio adeguati. Italo Calvino scrive nelle Città Invisibili: “(...) D’una città non godi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà a una tua domanda”. La risposta che oggi sono chiamate a dare le moderne metropoli è quella di riuscire a offrire ai cittadini servizi in grado di coniugare innovazione, sostenibilità e qualità della vita. Questa sfida è particolarmente impegnativa per una città come Roma, che deve coniugare questo bisogno di innovazione tecnologica con il patrimonio artistico e culturale della città.


In particolare, molti degli sforzi sono stati concentrati sulle smart grid. Quando si parla di questa tecnologia spesso si pensa a sistemi di interconnessione e di trasmissione che riguardano aree molto vaste che interessano anche più nazioni. Il concetto di smart grid è invece anche a dimensione di città?
**Il concetto di smart grid è soprattutto a dimensione di città, anzi, mi permetterei di dire che ha senso unicamente all’interno di contesti urbani o almeno in detti contesti esalta la sua valenza. L’approccio di ACEA Distribuzione verso il progetto smart grid è fortemente caratterizzato dallo sviluppo di infrastrutture e servizi sulla città di Roma. È comunque necessario sottolineare l’importanza che tali iniziative non rimangano episodi locali ma siano integrati in un progetto più diffuso.

             
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“Rome is a metropolitan city that is ranked among the main european capitals, hence its need to provide suitable standards of service. Today’s challenge to modern metropolis is succeeding in providing their citizens with services that combine innovation, sustainability and quality of life. This is quite a demanding task for cities like rome, given it has to balance its need for technological innovation against its cultural and artistic heritage”.
Francesco Sperandini, chairman and director general of ACEA Reti, takes that as a starting point to explain what Rome is doing to become a true smart city. Not surprisingly, huge efforts are being directed to creating smart grids. “The notion of smart grid best applies to city areas, or, I’d dare say, it only makes sense in an urban context; or, better, in such a context, their value is enhanced”. Smart grids are strongly correlated with the development of smart cities, that is, high technology services: electric mobility, local energy resources coordination and optimizing, electrical services improvement. Making a city a smart city means striking a new balance between men, the environment and infrastructures. One can say smart cities take their cues from the renaissance spirit inspiring the “ideal city”.
As regards their positive effects on citizens, they are not limited to issues like the livability of urban environments; “Smart cities are a radical change of urban environments, even from a social and cultural standpoint. Indeed, they are also the answer to new emerging needs such as self awareness and the sustainability of one’s choices, as well as the need to grow individually and socially. In other words, smart cities are not only a challenge from the technological standpoint, but from the social standpoint, too”.

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Ci spiega nel dettaglio cosa significa smart grid per una città e, in particolare, per una città come Roma?
** Il concetto di smart grid è strettamente correlato allo sviluppo della smart city, ossia di servizi ad alto contenuto tecnologico, come ad esempio la mobilità elettrica, il coordinamento e l’ottimizzazione delle risorse energetiche locali, il miglioramento della qualità del servizio elettrico. Le moderne metropoli sono spesso vissute come città “invivibili”, in cui la disponibilità di servizi, talvolta anche inadeguati, sacrifica l’ambiente e la qualità di vita.
Rendere intelligente la città consente di stabilire un nuovo equilibrio tra uomo, ambiente e infrastrutture. Si potrebbe dire che la smart city riprende idealmente lo spirito rinascimentale della città ideale.
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Nel concreto cosa è stato già realizzato e quali potrebbero essere i passi successivi?
È stato realizzato nell’area urbana di Castel di Guido-Malagrotta il progetto pilota smart grid, ammesso al trattamento incentivante da parte dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Tale progetto ha riguardato la mobilità elettrica e le infrastrutture della rete elettrica di media e bassa tensione.
Sono stati avviati ulteriori progetti sperimentali sull’accumulo di energia (storage) sulla rete elettrica di media tensione e sul trattamento e l’analisi di dati elettrici e ambientali finalizzati alla predizione di disservizi. È, inoltre, in corso di attuazione la fase di pre-industrializzazione di alcuni capitoli del progetto pilota (automazione evoluta della rete MT e monitoraggio della rete di bassa tensione) che consentirà il passaggio dal prototipo alla implementazione sulla rete elettrica di Roma.


Che ricadute positive ci possono essere per il territorio da una iniziativa di questo genere?
**Le iniziative in corso porteranno a un miglioramento della qualità del servizio offerto. In particolare, possibilità di riduzione del numero e della durata dei disservizi elettrici, dispacciamento intelligente dei flussi energetici con l’obiettivo di tendere a una distribuzione di energia “chilometro zero” (consumo dove produco).


Quali pensate possano essere i vantaggi di un progetto di questo genere per i cittadini e l’ecosistema? Come pensate di operare in termini di informazione?
**I vantaggi offerti al cittadino non riguardano esclusivamente temi legati alla “vivibilità” dei centri urbani. Le smart city rappresentano infatti un radicale cambiamento delle realtà urbane, anche in termini sociali e culturali. Costituiscono infatti anche la risposta a nuovi bisogni emergenti, quali ad esempio la consapevolezza di sé e la sostenibilità delle scelte, la crescita personale e sociale. In altre parole, le smart city costituiscono non solo una sfida tecnologica ma anche sociale. Trattandosi di un progetto con forti ricadute sociali, per il cambiamento introdotto nel rapporto uomocittà è necessario che tali iniziative siano accompagnate da campagne informative.

             
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L'illuminazione pubblica non resta al palo

La pubblica Amministrazione può risparmiare. Vista l’attuale congiuntura, è costretta a farlo con vincoli pesanti di spesa. Tuttavia, può farlo - ottenendo anche dei benefici - se giunge in “soccorso” l’innovazione.
Ad esempio. Ci troviamo in una città di medie dimensioni, con circa 30.000 punti luce dislocati sull’intero territorio. La realizzazione di un progetto che adotta un sistema di illuminazione urbana intelligente consentirebbe un risparmio energetico annuo superiore al 40 per cento. In aggiunta, un risparmio legato alla spesa manutentiva pari al 30 per cento, rispettando le normative vigenti in materia di inquinamento luminoso e quindi in un’ottica di sviluppo sostenibile.
Un sogno? Non proprio. Forse un desiderio che diventa realtà nel momento in cui la Pubblica Amministrazione può contare su soluzioni avanzate. Queste sono il risultato di un mix di competenze tecnologiche e finanziarie che si traducono in “rivoluzionarie” applicazioni. Il vecchio palo della luce, tristemente dedito al suo esclusivo compito, diventa intelligente trasformandosi in un concentrato di servizi ed efficienza.
È un vero e proprio terminale in grado di illuminare quando, come e dove serve, di comunicare ad alta velocità, come una vera e propria rete LAN. Non basta: svolge il telecontrollo e la telegestione dell’illuminazione pubblica, ospita la ricarica dei veicoli elettrici, i display informativi stradali, controlla i livelli di inquinamento, la gestione degli asset lineari e non delle città, del traffico cittadino e infine, la sicurezza personale sulle nostre strade.
Il progetto, firmato da IBM, UMPI e Unicredit, rappresenta una tessera del più esteso mosaico dell’innovazione che punta alla qualità della vita urbana senza prescindere da un impatto positivo sul contesto ambientale. Tuttavia non è trascurabile l’impatto (positivo) sulle casse degli enti locali. Quanto basta per non restare al palo di partenza…

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Ci può dare qualche indicazione in più sul rapporto costi/benefici (non solo in termini economici ma anche ambientali) di una iniziativa di questo genere? Avete già qualche feedback significativo?
**Le analisi condotte hanno riguardato prioritariamente aspetti tecnici, evidenziando un significativo miglioramento della qualità del servizio elettrico per quanto concerne la continuità del servizio e il risparmio energetico. È opportuno, tuttavia, avviare una analisi legata a una visione più integrata e unitaria sul tema smart city, che coinvolga le varie componenti economiche, ambientali e sociali.

             
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Risorse idriche: la gestione
diventa smart


È considerata il quarto rischio per la sicurezza globale e il secondo in termini di impatto. Chi?
La disponibilità o la mancanza di acqua. Un problema serio per non dire drammatico se si prevede che entro il 2025 due terzi del Pianeta si troverà alle prese con la scarsità di acqua. Pertanto, assume un particolare significato la decisione delle Nazioni Unite che hanno proclamato il 2013 Anno internazionale della cooperazione per l'acqua con l’obiettivo di “sensibilizzare sia sul potenziale di una maggiore cooperazione sia sulle sfide che riguardano la gestione idrica, alla luce dell’aumento della domanda di accesso, distribuzione e servizi idrici".
Un’impresa che vede protagonisti molti attori che affrontano la sfida dei cambiamenti climatici, delle megalopoli, dell’inquinamento delle falde, dei fiumi e degli oceani. A partire dai Governi che sono chiamati ad una gestione intelligente delle risorse idriche che passa attraverso il coordinamento delle parti interessate. Ad esempio, negli stati uniti che cosa ci stanno a fare 53 mila agenzie che si occupano di acqua? Le città, invece, si possono muovere nella direzione della condivisione dei dati a livello cittadino come dimostra il caso Dublino. Grazie al portale Dublinked, si possono scambiare informazioni, coordinare gli sforzi sulle tematiche di qualità dell’acqua che interessano più amministrazioni, e gestire in modo proattivo i problemi.
Passando alle utility, queste possono risparmiare acqua e denaro semplicemente analizzando tutti i dati di cui già dispongono, raggruppandoli per renderli più utili e disponibili, per poi integrarli. sulla linea di una gestione smart sono chiamate anche le imprese ottimizzando i consumi con l’utilizzo di sensori, strumentazioni e strumenti di monitoraggio. I dati di partenza, forniti dal Global Risks 2013 del Forum economico Mondiale, conservano la loro cifra allarmante ma la tecnologia può fornire una concreta risposta ad un problema di dimensioni universali. Oggi sono disponibili sensori, software, strumenti per la business analytics dei Big Data, che forniscono le informazioni e le conoscenze necessarie per prendere decisioni più intelligenti. Ma non basta. Senza una forte volontà di cooperazione si corre il rischio di fare un buco nell’acqua.

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E dal vostro punto di vista aziendale, quali sono i ritorni e i vantaggi più significativi?
**In qualità di distributore elettrico il ritorno più significativo è rappresentato dal miglioramento della qualità del servizio offerto alla città.


Quale la roadmap di sviluppo?
**È stato elaborato un piano strategico al 2016 che prevede un volume di circa 500 milioni di euro di investimenti, di questi circa 130 milioni su interventi smart. Tali investimenti consentiranno di rendere smart una porzione corrispondente a circa il 25 per cento della rete.


In un momento di grandi difficoltà per l’economia nazionale, interventi di questo genere sono anche in grado di creare lavoro, cantieri, indotto sul territorio?
**La riprogettazione di una città in smart city rappresenta senza dubbio un “effetto booster” per l’economia del territorio di elezione. Le ricadute economiche degli effetti indotti dall’adozione di soluzioni smart quali recupero di efficienza e risparmio energetico (minor costo della bolletta energetica per famiglie e imprese) si accompagnano alla realizzazione delle infrastrutture e dei sistemi.


Si parla sempre di qualità della vita nelle nostre città. Una città più smart ci guadagna anche su questo fronte? Quali benefici diretti per i cittadini e per i visitatori?
**L’idea di smart city pone al centro della sua visione proprio la qualità della vita, assicurata attraverso l’impiego di innovazioni tecnologiche che hanno come finalità il rispetto dell’ambiente e la sostenibilità.


Pensa che quella di Roma sia un'esperienza esportabile anche in altre realtà italiane?
**Gli elementi caratteristici del territorio urbano di Roma costituiscono, in termini di complessità e vincoli, un campo di prova sicuramente unico. La possibilità di rendere Roma una smart city costituisce pertanto una garanzia sulla fattibilità di estendere il modello a realtà meno complesse.


E per quanto riguarda la mobilità sostenibile – altro tema di grande portata e interesse – avete delle iniziative in essere?
**Ci sono vari progetti in corso, anche in partnership con Enel, che prevedono l’installazione sul territorio urbano di più di 200 punti di ricarica, sia all’interno di siti ACEA, ad uso aziendale, sia all’esterno ad uso pubblico. ACEA stessa ha un parco di 40 autovetture elettriche che garantiscono la manutenzione della rete in modo sostenibile. Il motto che contraddistingue le nostre autovetture elettriche è “lavoriamo per Roma ad emissioni zero”. Lo ritengo un atto, una testimonianza di amore di ACEA per Roma.


Quale ritiene sia il valore che l’Information Technology può portare in progetti smart grid?
**La smart grid costituisce il punto d’incontro tra le infrastrutture elettriche e i sistemi di Information Technology. L’Information Technology costituisce uno dei pilastri del progetto, per il contributo fondamentale che esso garantisce allo sviluppo dell’intelligenza applicata alle infrastrutture. A tale riguardo, tra le applicazioni più interessanti, vogliamo citare l’utilizzo di algoritmi genetici per la ricerca della configurazione ottima di rete e di logiche neurali per la predizione dei fenomeni di disservizio. Tali algoritmi emulano le strategie messe a punto dalla natura nella risoluzione di problemi complessi.


La smart grid comporta una proliferazione di dati: quali i vantaggi per l’ecosistema da una corretta gestione degli stessi?
**La grande mole di dati, resa disponibile dalle smart grid, se da una parte offre grandi possibilità di controllo della rete in termini di ottimizzazione e predizione, dall’altra pone il problema di sviluppare tecniche sempre più evolute di trattamento degli stessi (Big Data), al fine di estrarre le informazioni di sintesi necessarie. Nello stesso progetto realizzato nell’area urbana di Castel di Guido-Malagrotta stiamo verificando, insieme a partner di primo piano come IBM, come valorizzarli al meglio.


La tecnologia attuale consente di gestire dati e informazioni in tempo reale: quali ritiene possano essere i principali vantaggi?
**Il trattamento di grandi volumi di dati attraverso tecniche di data streaming che consentono di estrarre informazioni di sintesi gestite in tempo reale, permettono di abilitare delle funzioni previsionali utili per l’esercizio della rete elettrica.


La teoria ci insegna che tecnologia, processi e organizzazione sono i tre pilastri di un qualsiasi progetto di trasformazione: come state affrontando i secondi due ambiti per assicurare il successo dell’iniziativa?
**L’evoluzione verso un modello di sviluppo industriale smart oriented comporta una revisione dei processi e dell’organizzazione. A tale riguardo ACEA Distribuzione ha avviato una analisi del modello organizzativo, che vede tra le linee guida anche l’esigenza di recepire nuovi processi introdotti dal modello smart, ad esempio il Data Management Process, e di sviluppare competenze integrate.

             
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L’efficienza energetica a misura di città

“L’energia più economica è quella che non si consuma”. Questo principio di buon senso è oggi più che mai in voga tanto da caratterizzare la Strategia Energetica Nazionale (SEN) recentemente rivista dal Governo, che identifica l’efficienza energetica come primo obiettivo del nostro Paese per i prossimi anni. di efficienza energetica se ne parla da sempre, costituisce un processo di continuous improvement alla ricerca di vantaggi competitivi.
Da qualche anno questo tema è uscito dalle aziende per entrare di fatto nel dibattito pubblico come esperienza del nostro quotidiano. Ricordiamo infatti tutti la campagna di incentivazione alla sostituzione delle lampadine con quelle a basso consumo di qualche anno fa, così come l’introduzione di diffusori di getto per l’erogazione dell’acqua dai nostri rubinetti. Queste iniziative, promosse dalle utility, hanno raggiunto le case di tutti gli italiani e sensibilizzato un pubblico sempre più vasto su questo tema. Ma se per ogni lampadina sostituita si può facilmente calcolare il risparmio conseguito - peraltro teoricamente perché non è purtroppo possibile tracciare se e quando la sostituzione effettivamente avviene - negli anni i progetti di efficienza energetica sono diventati sempre più complessi e gli obiettivi di risparmio sempre più sfidanti.
L’emissione dei Certificati Bianchi, inizialmente basata prevalentemente su schede di conversione standard e definita a priori, viene oggi sempre più sostituita da metodologie di calcolo del risparmio energetico a consuntivo. Conseguentemente il consumo energetico precedente l’intervento, e soprattutto il calcolo della baseline di consumo, diventano dati essenziali per la quantificazione dei benefici. Ecco quindi che anche sul tema dell’efficienza energetica appare sempre più chiara la necessità di raccogliere, analizzare, gestire grandi quantità di dati per generare informazioni in grado di supportare gli obiettivi di business.
D’altra parte volumi sempre più ampi di risparmio richiesti, combinati con la congiuntura economica chiaramente non favorevole a nuovi investimenti, rendono problematici gli interventi strutturali sugli edifici. Ecco che aumenta quindi l’interesse per soluzioni che siano efficaci, mirate, ad alto ritorno per il sistema. È quello che IBM con altri 8 partner qualificati (tra cui Enel ed Enea) sta disegnando nel progetto di ricerca Res Novae, un laboratorio urbano in cui la gestione energetica ottimale degli edifici non viene considerata a se stante ma su scala di distretto, integrata con gli elementi presenti in spazi aperti (quali l’illuminazione urbana, gli schermi informativi, le auto elettriche, ...) per dialogare idealmente con reti elettriche disegnate a loro volta per supportare forti penetrazioni di generazione distribuita da fonti rinnovabili.
Il progetto sviluppa il tema del Demand Response, delle reti energetiche attive, degli oggetti intelligenti al fine di minimizzare i consumi futuri delle nostre città. Oltre all’aspetto gestionale non viene trascurato quello della comunicazione, consci che un attore informato e consapevole è la migliore premessa per operare correttamente. Ecco che in Res Novae vengono studiati i KPI (indicatori chiave di prestazione), e più in generale le informazioni energetico-ambientali utili da un lato agli amministratori e governanti pubblici, dall’altro lato ai cittadini, e le modalità più efficaci di fruizione nell’ambito di un “Urban Control Center” a loro dedicato.
In Res Novae il dato e l’informazione sono i protagonisti in una piattaforma di condivisione e dialogo tra i numerosi attori che è necessario coinvolgere per rendere la limitazione dei consumi non una riduzione di comfort ma un reale vantaggio competitivo del nostro sistema.

Carlo Drago, Business Development Executive Utility Industry IBM Italia
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