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INFO@COMUNI - Stati Uniti e Italia, una partita giocata sul green Stampa E-mail

26 aprile 2013 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Nei primi tre mesi dell’anno l'82 per cento della nuova potenza elettrica installata negli Stati Uniti risulta ''rinnovabile'' con un bel 16 per cento sul totale della potenza globale installata ad appannaggio delle fonti verdi. Nel nostro Paese, dal 2007 al 2011, circa il 5,5 per cento del patrimonio edilizio nazionale è stato sottoposto a opere di efficientamento energetico con benefici in termini di risparmio e minori emissioni.

La notizia è fresca e proviene d’oltreoceano ma sicuramente farà felice anche i nostri connazionali che credono in un’energia ecocompatibile. Dati alla mano… Nei primi tre mesi dell’anno, ecco la freschezza della notizia, l’82 per cento della nuova potenza elettrica installata negli Stati Uniti risulta “rinnovabile” con un bel 16 per cento sul totale della potenza globale installata ad appannaggio delle fonti verdi.
Un contributo consistente sottolineato al suo annuncio dal Federal Energy Regulatory Commission’s Office che fotografa la profonda metamorfosi energetica in atto negli States. Infatti, continua la progressione delle fonti alternative all’interno delle quali spicca anche il cosiddetto shale gas. Un gas che si ottiene dalla frantumazione delle rocce e che, intuitivamente, sta creando una certa apprensione tra gli ambientalisti.
Ma, tornando alla buona notizia, da gennaio a marzo le rinnovabili hanno totalizzato con le nuove installazioni una capacità di 1.546 MW, dove spicca l’eolico con 938 MW seguito dal solare con 537 MW; il doppio rispetto a quanto era registrato nello stesso periodo del 2012. Poco da segnalare sul fronte delle fonti fossili, invece, con 340 MW installati di centrali a gas.
Buone notizie anche da casa nostra. Il che non fa proprio male. L’Enea infatti ha reso note le sue rilevazioni sugli interventi di riqualificazione energetica realizzati dal 2007 al 2011. Come si sa, ma sarebbe meglio che la cosa si sapesse di più, gli edifici sono spesso delle gruviere energetiche dai cui buchi fuoriescono (o meglio si disperdono) enormi quantità di energia sia elettrica sia termica.
Uno spreco ormai intollerabile, visti anche i suoi costi. Chi ben comincia… e così l‘Enea ci informa che nel periodo citato circa il 5,5 per cento del patrimonio edilizio nazionale è stato sottoposto a opere di efficientamento e circa il 5 per cento delle famiglie italiane ha beneficiato della detrazione del 55 per cento sui redditi per i costi di ristrutturazione (non male…).
Si tratta di sistemi di coibentazione (finestre, tetti) e impianti puliti di generazione elettrica e termica che hanno apportato un non trascurabile beneficio in termini di risparmio energetico: circa 1.400 GWh/anno (nel 2011), con una riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera pari a 305.000 tonnellate/anno
Gli Italiani si sono dati da fare: nel solo 2011, 280 mila le richieste d'intervento, per un investimento complessivo di 3.300 milioni di euro (un costo medio degli interventi di 11 mila euro). L’incentivazione all’efficienza energetica, quindi, funziona e portandola in detrazione, dà qualcosa in più alla qualità dell’ambiente. Il risparmio paga.


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