COOKIE
 
PAUSA-ENERGIA
 
INFO@COMUNI - Anche energia e rifiuti fanno da specchio alla crisi Stampa E-mail

25 gennaio 2013 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Nel 2012 la domanda di elettricità ha registrato un calo del 2,8 per cento rispetto all’anno precedente attestandosi sui valori del 2004. I consumi di carburanti (benzina + gasolio) sono peggiorati del 10,4 per cento. Nei cassonetti urbani 400 mila le tonnellate in meno che portano a 566 i chilogrammi di rifiuti per abitante, toccando il minimo dal 2000.

La crisi c’è e si vede… Senza voler infierire su chi ne patisce gli effetti, va sottolineato che il momento critico trova riscontro nell’andamento di due settori: energia e rifiuti. Entrambi, vagliando alcuni dati, sono contrassegnati dal segno “meno”. Un 2012 sofferente, ad esempio, per la domanda di elettricità con un calo del 2,8 per cento rispetto all’anno precedente su scala nazionale. Dal 2004 non si riscontrava questo valore e l’anno appena concluso si colloca in seconda posizione per entità della flessione dopo il record del 2009 (meno 5,7 per cento sul 2008).
Le attività produttive e le famiglie riiducono i consumi, talvolta drasticamente. Molte centrali elettriche sono alimentate a gas e, quindi, anche il consumo di quest’ultimo si è ridotto e c’è da scommettere che nelle abitazioni e negli uffici il termostato si sia mosso in senso antiorario.
Altro segnale negativo quello dei consumi di carburanti (benzina + gasolio) che nel 2012 sono peggiorati del 10,4 per cento.
Per quanto concerne il capitolo rifiuti - i dati sono forniti dai Consorzi di raccolta - si apprende che lo scorso anno la crisi si è “segnalata” anche nei cassonetti urbani. Questo termometro indica in 400 mila le tonnellate mancanti rispetto ai 10,7 milioni prodotti nel 2011. Di più, il livello tocca i 566 chilogrammi per abitante, ovvero il minimo dal 2000. Ecco qualche spiegazione in proposito, constatabile anche direttamente. Nei mercati cala il quantitativo degli scarti di frutta e verdura: un meno 20 per cento dovuto al fatto che i prodotti non proprio perfetti vengono smerciati a prezzo abbassato (o raccolti gratis dagli indigenti) evitando il macero.
Addio, per il momento (si spera), ad una sostituzione frequente degli elettrodomestici senza attendere la loro definitiva rottura. I dati sul loro riciclo mostrano che mancano all’appello 17 mila tonnellate (un bel, si fa per dire, 7 per cento con punte del 12 per lavatrici e lavastoviglie).
Passiamo al comparto legno che non se la passa meglio anche se va detto che i quantitativi trattati restano piuttosto significativi. Tuttavia, porte, infissi e mobili hanno segnato un calo di 30 mila tonnellate raccolte e riciclate. Carta e cartone in difficoltà (meno 15,4 per cento). Ovvero, meno consumi, meno imballaggi; inoltre, si leggono molto meno i giornali e ne sanno qualcosa gli edicolanti costretti a chiudere.
In questo quadro, si salvano la plastica e il vetro. Per quest’ultimo, c’è da credere che aumenterà la raccolta quando l’Italia smetterà di guardarsi nello specchio della crisi.


Leggi le altre news

 
© 2005 – 2024 www.nuova-energia.com