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INFO@COMUNI - Nella sfida digitale ci guadagnerà tutto il sistema Paese Stampa E-mail

21 dicembre 2012 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Il Rapporto Municipium 2012 realizzato da Censis-Rur fornisce dati che confermano la “rivoluzione” in corso: il 66,2 per cento delle abitazioni in città è in rete grazie all’Adsl, nel 44,4 per cento c’è il WiFi domestico. Nel Nord, l’8,7 per cento delle case è connesso alla rete in fibra ottica, mentre al Sud questa percentuale scende all’1,4. Si stima che in Italia saranno 32 milioni i telefoni collegati a internet entro fine 2012 e ben 50 milioni entro fine 2015.

Chi l’avrebbe mai detto (fino a pochi decenni fa)? Il 24,8 per cento degli italiani urbani controlla online il conto bancario ed il 48 per cento ha effettuato la domiciliazione bancaria. Lo rivela il Rapporto Municipium 2012 realizzato dal Censis e dalla Rur (Rete urbana delle rappresentanze) che fornisce altri spunti interessanti. Eccoli, in sintesi: il 66,2 per cento delle abitazioni in città è in rete grazie all’Adsl, nel 44,4 per cento c’è il WiFi domestico; nel Nord l’8,7 per cento delle case è connesso alla rete in fibra ottica, mentre al Sud questa percentuale scende all’1,4. Siamo, quindi, abbondantemente entrati nella cosiddetta “era digitale” che ha cambiato stili di vita, lavoro e rapporti anche interpersonali.
“Quanto sono digitali gli italiani” non è solo una domanda che a questo punto si pongono in molti ma anche quella che dà il titolo ad una ricerca effettuata da AIRES (Associazione Italiana Retailer Elettrodomestici Specializzati) a Milano e Roma. Dai risultati emerge che tre quarti dei milanesi e metà dei romani possiedono un cellulare smartphone con cui si collegano a Internet e, fra quelli che non ce l’hanno, il 90 per cento lo vorrebbe eleggendolo a supremo oggetto del desiderio tecnologico. Il dato trova conferma nelle stime dell’Osservatorio Smau/Politecnico di Milano che parlano di 32 milioni di telefoni collegati a internet in mano agli italiani entro fine 2012 e ben 50 milioni entro fine 2015.
Continuando a scandagliare le risposte degli interpellati da AIRES, solo un quarto possiede anche un tablet, il cui indice di gradimento è elevato tra i professionisti (un prezioso sostituto del computer) e molto meno tra impiegati, casalinghe e senior. Gli studenti, invece, lo ritengono interessante ma il prezzo non lo è ancora…. In ogni caso, l’Osservatorio Smau/Politecnico di Milano quantifica i tablet posseduti attualmente dagli italiani in meno di tre milioni, con la prospettiva di toccare gli 11 milioni entro il 2015.
Ora tocca alla smart-tv, la televisione interattiva, posseduta da circa un quarto degli interpellati (per qualcuno è troppo difficile da usare) e desiderata da un altro quinto. E qui sembra scattare uno scarto generazionale. Gli studenti e i giovani in genere paiono meno interessati alla televisione privilegiando sempre di più Internet. I dati rilevati sono superiori alla media nazionale che vede 2,5 milioni di Internet tv attive in Italia, secondo l’Osservatorio Smau/Politecnico di Milano; destinate a diventare 12 milioni entro il 2015. Da segnalare una tendenza da accorti risvolti comportamentali: soprattutto padri e madri di famiglia cambierebbero volentieri la televisione con un apparecchio in grado di connettersi a Internet ma dilatano nel tempo l’acquisto “quando si guasterà il televisore che hanno cambiato da poco”.
Tocca, infine, al lettore di e-book che non ha ancora sfondato (d’altronde è tra gli ultimi arrivati…) forse perché alcuni giovani e giovanissimi scaricano e leggono libri digitali anche su smartphone e su tablet.
Fra gli altri risultati rilevanti dell’indagine emerge che per oltre la metà degli interpellati è normale collegarsi a Internet con diversi apparecchi, computer, smartphone… e per un sesto di questi la multicanalità è già una realtà. Il 60 per cento è a conoscenza del fatto che è possibile integrare smartphone e soluzioni di altro tipo per la gestione della casa, per esempio; pochi ancora però sanno come farlo o sembrano interessati a farlo.
Volenti o nolenti, i ritardatari si diano da fare. Pur con qualche ritardo rispetto agli altri Paesi più avanzati, l’Italia prosegue la sua conversione al digitale. Se ce la fa, non mancheranno innegabili benefici per l’economia e i cittadini, rendendo più competitivo il Sistema Paese.


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