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INFO@COMUNI - Sorpresa, ma non troppo! Aerei, computer e cellulari riscaldano la Terra Stampa E-mail

30 novembre 2012 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - L’aviazione contribuisce al riscaldamento globale con poco più del 2 per cento delle emissioni di anidride carbonica prodotta da attività umane. Ma si stima che ormai si collochi agli stessi livelli il comparto della tecnologia informatica (computer, tablet, stampanti, smartphone, eccetera). Si valuta che il mezzo milione di data center in funzione nel mondo consumino tanta elettricità quanto quella prodotta da tutte le centrali italiane.

C’è anche la guerra dei cieli. Precisiamo. Non si tratta dei duelli supersonici tra i top gun, per fortuna. Si tratta di qualcosa di diverso ma che ha un suo rilievo conflittuale, almeno sotto il profilo della tutela dell’ambiente Per farla breve, facciamo subito decollare l’argomento partendo dalla constatazione che gli aerei (civili e militari) inquinano. Spesso, se non sempre, si posa lo sguardo e l’attenzione più in basso e meno in alto. Quindi, balzano all’occhio caldaie, autoveicoli e centrali di varia natura…All’alta quota si riserva una certa disattenzione, forse perché il trasporto aereo gode di una certa tolleranza essendo abbastanza problematico altrimenti godersi una vacanza esotica o un frutto esotico con tempi di trasporto praticamente “in/di giornata”.
Eppure, i dati dell’IPCC (l’organizzazione ONU, Intergovernmental Panel on Climate Change) attribuiscono all’aviazione poco più del 2 per cento delle emissioni di anidride carbonica generate dalle attività umane con una proiezione al 2050 stimata fino al 3 per cento. Di fronte a tali cifre, in molti si sono chiesti se non fosse il caso di mitigare il riscaldamento globale sostituendo le trasferte con le teleconferenze.
Una buona idea certamente, (non si sa che cosa pensino le compagnie di volo…) ma con alcuni risvolti tutti da scoprire. Infatti, stime autorevoli del Climate Group (Smart 2020 Report) riportano che nel 2007, a livello mondiale, le emissioni di anidride carbonica di computer, stampanti, cellulari, smartphone, tablet, annessi e connessi, ammontavano a circa 830 milioni di tonnellate, un valore che porterebbe ad uno share per questo settore non dissimile da quello dell’aviazione.
Ed ancora, si può prevedere entro il 2020 una crescita delle emissioni dell’ICT (Information and Communication Technology) non inferiore al 6 per cento annuo. Il come e il perché sono intuitivamente spiegabili. La crescita maggiore si verificherà nei Paesi in via di sviluppo e nei cosiddetti BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica).
Un altro dato? Entro la prossima decade 1 cinese su 2 avrà un telefono mobile e metà delle abitazioni cinesi sarà collegata ad Internet. In particolare il numero di personal computer nel mondo dovrebbe raggiungere – secondo Forrester Research - i due miliardi di unità entro il prossimo quinquennio, di cui 775 milioni localizzati in Russia, Cina e Brasile. Numeri da capogiro, ai quali ha dato il suo decisivo contributo l’avvento e l’affermazione irresistibile di Facebook che nel 2011 - secondo il periodico Scientific American - con i suoi 750 milioni di utilizzatori avrebbe emesso 230 milioni di tonnellate di gas a effetto serra. Ovvero, più anidride carbonica di tutti i Paesi scandinavi messi insieme.
I maggiori consumi di energia (e di conseguenza le emissioni) attribuibili ai personal computer riguardano essenzialmente i server. I data center sono luoghi climatizzati che consumano quantità notevoli di energia. Per migliorare le prestazioni essi sono mantenuti a temperature tra i 18 e i 21 oC laddove - affermano gli esperti - potrebbero operare anche intorno ai 27 oC. Non va scordato che per ogni oC guadagnato si hanno risparmi energetici del 4-5 per cento.
Lo stesso Scientific American, proponendo una elaborazione di dati della Stanford University, ci ricorda che “mezzo milione di data center su scala planetaria, che ospitano 32 milioni di server individuali, consumano – da soli – circa 300 TWh/anno, ovvero l’1,5 per cento degli usi globali mondiali”. Vale la pena di ricordare che 300 TWh, come ordine di grandezza, è la produzione annuale di tutte le centrali elettriche italiane!


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