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PAUSA-ENERGIA
 
C'è voglia di ripartire ma il Paese ha le batterie scariche Stampa E-mail
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a cura di geipeg











Bentornato! Non ti vedo e non ti sento per un po’ di tempo e succede di tutto. Magari ne parliamo dopo, ma adesso proprio per espletare le formalità di rito dimmi come hai trascorso le vacanze.
Direi bene, all’insegna delle rinnovabili.

Scusami, hai visitato qualche impianto, ci hai lavorato dentro?
Ma va là, metà le ho trascorse al mare e metà in montagna. Quindi sole, vento e acqua.

Sì, mancavano pure i vulcani e ti facevi anche la geotermia. O mi nascondi che ti sei fatto anche qualche trattamento termale?
Senti, se vuoi restare sull’argomento, sappi che mi sono ricaricato le batterie.

Bene, allora sentiamo a che punto stanno le batterie del nostro Paese.
Guarda, io non mi faccio tante illusioni nonostante che negli ultimi tempi sia Draghi sia Monti ci abbiano tirato su il morale o, almeno abbiano provato a farlo. Si è tirata su anche la Borsa, ma aspetterei a cantare vittoria. A parte alcune rondinelle primaverili (vedi l’andamento dell’export), il nostro sistema economico mostra segni abbastanza negativi, e lascio perdere i casi più eclatanti. Tutta una serie di dati restano ancora sconfortanti. Qui bisogna reinventarsi qualcosa, ma il problema sta anche nel fatto che si deve ripartire da zero ed è già una bella impresa considerando le molte macerie prodotte dalla crisi.
I posti di lavoro, come le aziende, non si creano con le bacchette magiche. Fanno fatica anche i prestigiosi direttori a dirigere le orchestre.


Ma lo sai che dovresti andare più spesso in vacanza? Ti trovo meno nevrastenico o, in altre parole, più riflessivo. Approfitto della bonaccia. Cosa bisognerebbe fare per ritornare a galla?
Servirebbe un ritorno all’efficienza.

Energetica?
A parte quella, guarda un po’ cosa sta succedendo a livello di amministrazione degli enti locali. Cerco di stare tranquillo di fronte ai tanti bubboni scoppiati. Se hai buona memoria, ti ricordi e me lo ricordo pure io, quando dicevo che bisognava rendere più snello questo Stato? Questo è un Paese di eletti, non nel senso spiritualmente qualitativo, ma di persone che in abbondanza gravano in consigli di vario genere. In un modo o nell’altro c’è un’enormità di persone che vive esclusivamente di politica. Il problema è che vivono male gli altri cittadini…
Poi si parla sempre di queste liberalizzazioni, quando a fatica manco si riesce a portare a termine quella delle farmacie e dei taxi. Non so cosa stia succedendo ma tutto procede a rilento, quasi che non ci fosse la improrogabile necessità di non far franare lavoro e speranze. Si fanno anche delle nuove leggi ma poi latitano in abbondanza i decreti attuativi
.

Lo so che non ti candidi, ma dimmi in due battute cosa faresti.
Qui la pietra al collo del Paese si chiama debito pubblico. Bisogna ripianarlo subito vendendo il patrimonio pubblico e rendere meno dispersiva e più funzionale la macchina dello Stato, soprattutto a livello amministrativo. Questa è la prima frustata. E poi, non vedrei male l’estensione dell’articolo 18 anche al settore pubblico e alle piccole imprese.

Accidenti, hai un bel coraggio. Prova a dire, allora, chi ti sta più antipatico tra i politici, tecnici o non?
Passera batte tutti nella mia personale graduatoria. Lo trovo ondivago e tanto sorridente quanto inconcludente. Non gli mancano le sfumature anche in contraddizione tra loro. Mi ricorda il triplice slogan di un’acqua minerale.

Vuoi far pubblicità a qualcun altro?
Non mi dispiace Renzi, non perché condivida quello che propone ma solo per il fatto che esprima una voglia diffusa di cambiamento. Oddio, devo anche ammettere che ormai da decenni tutti vogliono cambiare ma ci si trova in questa, difficile, situazione.

Se non ti accontenti, c’è anche Grillo…
Lo trovo decisamente comico.

Però, ascoltami, è un po’ difficile mettere d’accordo tutti. Penso che sia ormai superata la soglia dei quaranta partiti in Italia. Anzi si annuncia un proliferare di liste civiche, autonome che dir si voglia.
Vero, di confusione e polverizzazione ce n’è abbastanza. Questa è l’Italia, ma c’è anche chi propone delle idee senza farsi condizionare da proclami demagogici.

Stavolta non ti chiedo se il costo e le tariffe dell’energia aumenteranno. Forse non te lo chiederò più, visto che ogni volta che mi/ti parli scatta un aumento. Per scaramanzia ti chiedo di dire due parole sulla green economy.
Prospettiva interessante, a patto che ci siano certezza delle regole e degli incentivi. Questi, anche pochi ma sicuri.

 
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