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God save the Commission! Stampa E-mail
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di Giuseppe Gatti



Il 5 settembre la Commissione europea ha formalmente aperto una procedura d’indagine nei confronti di Gazprom per aver ostacolato la competizione sui mercati del gas nell’Europa centro-orientale, in violazione delle norme che regolano la libera concorrenza e il mercato dell’energia all’interno dell’Unione. È questa una decisione di grande impatto su due fronti, distinti tra loro, ma intimamente connessi. Il primo è direttamente politico e riguarda i rapporti tra Unione europea e Russia: il vice-ministro degli Esteri russo, Alexandr Grushko, ha subito dichiarato che Bruxelles dovrebbe ricordarsi che l’energia è la base della cooperazione economica tra Russia e UE.

Subito dopo (11 settembre) Putin ha emanato un decreto che subordina al consenso del governo la trasmissione all’estero di informazioni sulle attività di imprese strategiche, come la revisione dei loro contratti. Per rinforzare il fuoco di sbarramento, sempre Putin ha poi sottolineato che Gazprom ha intenzione di espandere la propria presenza sui mercati asiatici, ove il consumo di gas è in forte espansione. Duplice messaggio all’Europa: è con il Cremlino che bisogna trattare e se in Occidente sorgono problemi, ci si volgerà ad Oriente e poi le controparti europee si arrangino.

Se a suo tempo Mario Monti aveva potuto andare senza timori allo scontro con Microsoft, oggi per Joaquin Almunia la partita è certamente più difficile e soprattutto sembra quasi impossibile contenerla nello stretto ambito giuridico delle regole sulla concorrenza. [...]



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