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INFO@COMUNI - La metà del Mondo non raccoglie e non recupera i rifiuti Stampa E-mail

26 ottobre 2012 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Oltre 3,5 miliardi di persone nel mondo non hanno ancora accesso ai più elementari servizi di gestione dei rifiuti, come ad esempio i sistemi basilari di raccolta, il trasporto dei rifiuti fuori delle aree residenziali e uno smaltimento controllato. La quantità totale di rifiuti urbani, industriali e pericolosi prodotti annualmente in tutto il mondo ammonta oggi a circa 4 miliardi di tonnellate.

La metà della popolazione mondiale non raccoglie e non recupera i rifiuti. La notizia è lapidaria ed è fornita dall’ISWA, l’International Solid Waste Association. Una realtà che pesa come un macigno su oltre 3,5 miliardi di persone nel mondo che non hanno ancora accesso ai più elementari servizi di gestione dei rifiuti, come ad esempio i sistemi basilari di raccolta, il trasporto dei rifiuti fuori delle aree residenziali, per non parlare dei controlli nello smaltimento.
La quantità totale di rifiuti urbani, industriali e pericolosi prodotti annualmente in tutto il mondo ammonta oggi a circa 4 miliardi di tonnellate, ma il costante aumento della popolazione mondiale e il crescente innalzamento del benessere nei Paesi in via di sviluppo stanno provocando un continuo, rilevante aumento dei quantitativi prodotti quotidianamente. È opportuno leggere con attenzione alcuni dati senza farsi prendere dal catastrofismo e nemmeno girare occhi e orecchi dall’altra parte. Un consiglio: “tenersi forti”…
I rifiuti solidi urbani nel mondo hanno raggiunto la cifra record compresa tra le 1,6 e i 2 miliardi di tonnellate l’anno e quelli organici sono destinati ad aumentare del 44 per cento dal 2005 al 2025. Con quali effetti sull’ambiente? I rifiuti alimentari smaltiti in discarica aumenteranno la quota delle emissioni di gas a effetto serra di origine antropica dall'8 al 10 per cento.
Circa il 70 per cento dei rifiuti urbani prodotti in tutto il mondo è ancora conferito in discarica, l'11 per cento prende la strada del recupero energetico e il restante 19 per cento viene riciclato o gestito con trattamento meccanico e biologico, incluso il compostaggio.
Decisamente poco. Al contrario del molto che finisce negli oceani. Ad esempio, gli oltre 7 milioni di tonnellate di plastica conferite (si fa per dire) ogni anno. Il tutto va anche rapportato al fatto che le metropoli/megalopoli si stanno ingigantendo. La loro popolazione crescerà complessivamente di 280 mila persone il giorno e nel 2015 sarà vicina ai 360 milioni.
Spesso, si guarda ai problemi di casa nostra ed è già qualcosa porre rimedio a situazioni difficili. Tuttavia, e ormai, i destini di questo Pianeta si legano alle realtà dei nostri vicini anche se vivono in altri Continenti. Sinteticamente, questa è l’era della globalizzazione. Ne dà conferma una parte dello studio ISWA dedicata all’esportazione dei rifiuti (qualcuno, quindi, li manda all’estero). Ebbene, più del 50 per cento della plastica, della carta e dei rottami ferrosi prende oggi la via del sud-est asiatico e questa tendenza non dovrebbe diminuire nel prossimo futuro. Nel 2010 la Cina ha importato più di 7,4 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, circa 28 milioni di rifiuti cartacei e più di 5,8 milioni di tonnellate di rottami ferrosi.
ISWA evidenzia come, nonostante la crescita degli aiuti internazionali alle politiche di sviluppo (più 25 per cento tra il 2006 e il 2010), i progetti di gestione dei rifiuti raggiungono ancora una percentuale troppo bassa, tra lo 0,16 e lo 0,32 per cento del totale degli aiuti ufficiali. Questa non è la sceneggiatura di un film catastrofista ma potrebbe diventarlo. Dipende anche da noi decidere i titoli di coda.


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