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Si avvicina l'era del gas naturale Stampa E-mail
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di Riccardo Varvelli



Il modello IPE
Il modello IPE (Indicatore di Potenziale Energetico) proposto da questa rivista nel 2009 (numero 2) è stato già applicato la prima volta nella versione IPP (Indicatore di Potenziale Petrolifero), quindi nella versione IPG (Indicatore di Potenziale Gassifero) nel 2009 e in seguito come IPC (Indicatore di Potenziale Carbonifero) nel 2011.
Il modello IPE è una proposta per cercare di anticipare nel tempo l’evolversi del quadro energetico di una certa fonte, onde individuare le prevalenze e le sudditanze potenziali e future fra produttori e consumatori mondiali e le eventuali tensioni politiche e militari che si possono costituire come conseguenza della potenza energetica posseduta dai singoli Stati.

Il modello IPE viene qui applicato al gas naturale (dal quale l’acronimo IPG) perché, secondo quanto emerge dalla lettura della Tabella 1, questa fonte energetica potrebbe prevalere rispetto alle altre a partire dagli anni Quaranta di questo secolo. A meno di una rivincita del carbone. Dalla Tabella 1 si evince che:

il petrolio è ancora la fonte energetica dominante all’inizio del XXI secolo, con una supremazia rispetto alle altre fonti energetiche che dura dalla metà degli anni Sessanta del secolo scorso;
l’incidenza percentuale sul totale di produzione energetica mondiale del petrolio era del 38,5 per cento nel 2000 ed è scesa al 33,6 per cento nel 2011. È altamente probabile che nel 2030 l’incidenza percentuale del petrolio scenda al 27 per cento (con tolleranza di più o meno 2 per cento);
l’incidenza sul totale energetico mondiale del gas naturale è aumentata dal 23,2 per cento (anno 2000) al 24,8 per cento del 2011 ed è altamente probabile che nel 2030 tale incidenza raggiunga il valore del 30 per cento (con tolleranza di più o meno 2 per cento);
è altamente probabile che a partire dagli anni Trenta di questo secolo il gas naturale diventi la fonte energetica dominante e che tale rimarrà per i prossimi 60-80 anni, determinando la fine dell’era del petrolio (durata circa settant’anni) e dando vita all’era del gas naturale (si intende per era il periodo temporale durante il quale una fonte energetica prevale sulle altre);
la produzione energetica mondiale di energia continuerà ad aumentare, passando dai 12.100 milioni di TEP (tonnellate di petrolio equivalente) del 2011 ai 16.000 milioni di TEP del 2030, con un aumento del 32 per cento in vent’anni (pari ad un aumento dell’1,5 per cento anno su anno).

Il modello IPG
Il modello IPG tiene conto di quattro fattori diversamente combinati e precisamente: la produzione (P), le riserve (R), l’esportazione (E) e l’importazione (I). Con questi quattro fattori è già possibile fare la seguente considerazione: uno Stato ha un alto potenziale gassifero per il futuro se ha una elevata produzione, una elevata quantità di riserve, esporta molto ed importa poco. Tenendo conto dell’aumento o della diminuzione dei due fattori P ed R nel tempo è anche possibile conoscere e proiettare nel futuro la potenzialità gassifera (calcolando cioè ∆P e ∆R).
Altre ulteriori informazioni provengono dall’andamento del rapporto R/P e del rapporto (E-I)/P. Pertanto il prospetto sintesi delle suddette conoscenze del modello IPE è pari a sette indicatori (vedi Tabella 2).

I maggiori Stati produttori di gas naturale
Nel 2011 i 10 maggiori Stati produttori di gas naturale sono stati quelli della Tabella 3, con il relativo confronto alla realtà del 2001. Dalla Tabella 3 si evince che il maggiore aumento di produzione di gas naturale negli ultimi dieci anni l’hanno avuto il Qatar (più 392 per cento), la Cina (più 259 per cento) e l’Iran (più 147 per cento), mentre un solo Stato - il Canada - ha ridotto la sua produzione (dell’11 per cento). I primi 10 Stati produttori di gas naturale incidono per il 66 per cento sul totale della produzione mondiale mentre il primo Stato produttore, la Russia, incide per il 19 per cento sul totale mondiale.

Gli Stati con le maggiori riserve accertate
La Tabella 4 evidenzia la situazione delle Riserve accertate al 2011 e al 2001 e la relativa variazione percentuale. Inoltre riporta il rapporto delle Riserve rispetto alla Produzione dell’anno 2011. Dalla Tabella 4 si evince che lo Stato con le maggiori riserve è la Russia, con il 24 per cento sul totale mondiale, seguito dall’Iran (15 per cento sul totale mondiale) e dal Qatar (13 per cento). Gli Stati che negli ultimi 10 anni hanno avuto il maggiore sviluppo nelle riserve sono stati il Turkmenistan (più 211 per cento) e il Qatar (più 126 per cento). I primi 10 Stati con le maggiori riserve incidono per il 77 per cento sul totale delle riserve mondiali.

I maggiori stati esportatori di gas naturale
La Tabella 5 evidenzia la situazione delle esportazioni nette al 2011 e il relativo rapporto con la produzione di gas naturale al 2011. Dalla Tabella 5 si evince che il maggiore esportatore al mondo è la Russia, seguita dal Qatar e dalla Norvegia e che gli Stati Uniti erano ancora nel 2011 importatori per il 12 per cento della loro produzione (ma sulla base delle ultime informazioni relative allo shale gas, tale dipendenza dovrebbe cessare a breve o essere già del tutto cessata).

Dall’IPE all’IPG
Il modello IPG non è altro che l’applicazione dell’IPE al campo del gas naturale utilizzando i precedenti indicatori e la loro entità numerica e omogeneizzandoli in punteggio secondo i criteri ormai diffusamente affermati delle scorecard. Ogni indicatore viene pertanto trasformato in punti che si muovono entro una scala con valore massimo di 1.000 e minimo di 100. Pertanto il punteggio totale, somma dei punteggi dei singoli indicatori, si muove entro una scala il cui valore massimo è pari a 7.000 e il minimo è pari a 700. Per ottenere 7.000 punti bisognerebbe che uno Stato produttore di gas naturale si piazzasse sempre primo nel calcolo del punteggio per singolo indicatore. Il risultato di queste operazioni è riportato nella Tabella 6, dalla quale si evince che:

lo Stato a più alto potenziale gassifero è il Qatar (punti 5.201 su 7.000), seguito dalla Russia (punti 4.540), confermando le reciproche posizioni del 2009; 3 entrano in classifica rispetto alla situazione del 2009 la Nigeria e il Venezuela;
escono dalla classifica 2009 la Gran Bretagna e il Messico;
si muove prepotentemente nella classifica l’Iran: dalla 14° posizione del 2009 alla 4° posizione;
perdono posizioni in classifica (rispetto al 2009) in maniera significativa gli Emirati Arabi Uniti (dalla 11° posizione alla 17°) e l’Egitto (dalla 4° posizione alla 10°);
crollano l’Olanda (dalla 8° alla 18° posizione) e la Malesia (dalla 7° alla 16° posizione).

I suddetti commenti evidenziano una notevole volatilità delle posizioni in classifica degli Stati produttori di gas naturale a dimostrazione che questa fonte energetica è in forte fase di sviluppo. Ulteriori movimenti (e sorprese) sono da attendersi nei prossimi anni.

 
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