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INFO@COMUNI - Gli italiani non sono fragili nel riciclaggio del vetro Stampa E-mail

29 giugno 2012 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Nel nostro Paese, nel 2011, la produzione di imballaggi in vetro ha registrato un aumento dell’1,77 per cento e il riciclo un più 7,6 (rispetto all’anno precedente). La raccolta procapite ha toccato i 26,7 chilogrammi, con una montagna di 1,57 milioni di tonnellate tornate a vivere…

Essere di vetro si dice di persone particolarmente delicate e fragili. Invece, risulta particolarmente robusta la produzione e il riciclo degli imballaggi in vetro.
Nel nostro Paese, nel 2011, la prima ha registrato un aumento dell’1,77 per cento e il secondo un più 7,6 (rispetto all’anno precedente). Con effetti decisamente benefici. A partire da un risparmio energetico complessivo equivalente a 3 milioni di barili di petrolio (circa 300 milioni di euro). Inoltre una riduzione di oltre 2 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica (come se si fosse evitata la circolazione per un anno di circa un milione di utilitarie Euro4). Ed ancora. Con il riciclo del 2011, si sono risparmiate oltre tre milioni di tonnellate di materie prime minerali.
I dati forniti da Assovetro, l’associazione nazionale degli industriali del settore, e da Coreve, il consorzio per il recupero, sono dunque confortanti e gli italiani si comportano bene.
Nel 2011 la raccolta procapite è passata da 24 a 26,7 chilogrammi e il tasso di riciclo degli imballaggi ha raggiunto il 68,1 per cento, un valore di ben otto punti superiore rispetto agli obiettivi fissati dalla Comunità europea. Una enorme montagna di 1,57 milioni di tonnellate che è tornata a vivere…
Ma è meglio non sedersi sugli allori. Quando c’è di mezzo l’ambiente è opportuno non lesinare gli sforzi che sono a fin di bene anche sotto il profilo economico. Per chi non lo sapesse, i consorzi di raccolta conferiscono un corrispettivo economico ai Comuni proporzionale ai quantitativi messi a disposizione. Non si tratta di cifre astronomiche (circa 41 milioni di euro per le amministrazioni locali) ma è sempre meglio che buttare in discarica.
Si può fare di più? Come? Cominciando a differenziare con attenzione il vetro, evitando di smaltire nel cassonetto uno specchio assieme ad un contenitore (pulito!!!) della marmellata. Il primo, ad esempio, contiene altri minerali che lo rendono inidoneo al riciclo. Una disattenzione che ci costa circa un 16 per cento di scarto per il materiale avviato al riciclo in vetreria.
Allora, avanti tutta sulla via della virtù ecologica, magari seguendo l’esempio dei Comuni più virtuosi e attenti a mettere a disposizione dei propri cittadini una raccolta differenziata moderna e qualitativamente virtuosa. Come quello di Verona che differenzia il vetro anche per colore. Troppa grazia?


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