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Conviene fare i conti con la bioenergia Stampa E-mail
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di Matteo Monni | vice presidente di Itabia – Italian Biomass Association


Nel 1787 con il Don Giovanni di Mozart si rendeva nota, attraverso i dialoghi tra Leporello e Donna Elvira, la lista dei successi avuti con le donne da parte del protagonista dell’opera.

“In Italia seicento e quaranta,
in Almagna duecento e trentuna,
cento in Francia, in Turchia novantuna,
ma in Ispagna son già mille e tre”.


In questa sede, dopo oltre due secoli, il bilancio che ci interessa fare è di altro genere. È quello delle iniziative andate a buon fine per sapere a che punto è la bioenergia in Italia. Ma per questo argomento le informazioni disponibili non sono così precise e puntuali come quelle del servitore di Don Giovanni.
Le ragioni sono imputabili da un lato a un’innegabile maggiore complessità del tema, e dall’altro a una minore attenzione a far emergere quelle che, in un’ottica di crescita sostenibile, dovrebbero essere considerate le buone pratiche da cui prendere spunto per costruire i modelli di crescita. Nel nostro Paese purtroppo soffriamo l’assenza di una strategia energetica nazionale di largo respiro e quindi, non avendo chiari gli obiettivi di lungo termine, descrivere con precisione lo stato attuale risulta meno interessante.

Per questa ragione Itabia, che fin dal 1985 è impegnata per valorizzare il settore delle biomasse in tutti i suoi aspetti energetici, ambientali e sociali, svolge anche un ruolo di osservatorio con l’intento di far emergere il grado di penetrazione delle filiere collegate alla bioenergia, attraverso un controllo sul numero degli impianti e i loro differenti sbocchi energetici.
La bioenergia, infatti, non consiste solo nella produzione di elettricità, ma le si deve riconoscere una valenza (forse anche maggiore) per il settore del termico e dei vettori energetici per l’autotrasporto. Secondo quanto previsto dal Piano d’Azione Nazionale per lo sviluppo delle rinnovabili, il contributo fissato per le biomasse rispetto al complesso di tutte le FER dovrebbe essere, al 2020, del 19 per cento per l’elettricità (con un target di produzione stimato in 18.780 GWh), del 54 per cento per calore e raffrescamento (5.670 ktep) e dell’87 per cento per il settore dei trasporti (2.530 ktep). [...]


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