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Nicolais: “Ottimista? Certo, se migliora la sinergia tra ricerca e territorio” Stampa E-mail
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di Davide Canevari



Da troppo tempo in Italia manca un piano energetico nazionale, e anche nelle decisioni strategiche in campo energetico si naviga a vista. La cosa è risaputa, commentata, stigmatizzata dagli addetti ai lavori; le possibili conseguenze sono state più volte evidenziate. Su un aspetto, forse, ci si è confrontati ad oggi troppo poco: il ruolo che potrebbe giocare la ricerca per cambiare lo stato delle cose. Nuova Energia lo ha chiesto a Luigi Nicolais, a pochi mesi dalla sua elezione a presidente del CNR.



“Il mondo della ricerca ha il compito preventivo di fornire una cassetta degli attrezzi articolata e ricca di contenuti - è il primo commento di Nicolais - con cui costruire il piano. Ha poi l’obbligo di verificarne la sostenibilità e l’efficacia, attraverso una sorta di analisi costi/ benefici. Ma la responsabilità della scelta, della rotta, è e resta della politica e della collettività”.




Scendiamo nel dettaglio del contributo che, ragionevolmente, la ricerca potrebbe fornire.
**Negli ultimi anni, le attività sviluppate dal mondo della ricerca sono espressione di una progettualità organica e strutturata, coerente con i programmi comunitari. Questi sono particolarmente sensibili ai temi dell’energia e delle rinnovabili. Non è un caso che l’ultimo programma quadro Horizon 2020 investa prioritariamente sull’energia, e ad essa dedichi una tematica specifica: energia da fonti sicure, pulita ed efficiente. I programmi comunitari, va detto con chiarezza, individuano linee prioritarie di intervento e focalizzano su di esse l’attenzione politica esercitando così anche una funzione suppletiva laddove, come nel caso del piano energetico nazionale, si registrano ritardi. Pertanto, da questa prospettiva, la ricerca italiana può dare il suo contributo continuando a muoversi lungo le direttrici europee e fornendo utili indicazioni alla pianificazione di linee guida nazionali moderne ed efficaci.


Cosa sta facendo, nello specifico del comparto energetico e ambientale il CNR?
**Il CNR è fortemente impegnato in questo settore, e la stessa riorganizzazione dell’Ente agevolerà gli interventi dei diversi Istituti sulla materia: dalla mappatura e censimento del territorio e delle fonti energetiche allo sviluppo di nuovi applicativi gestionali e nuovi materiali; oltre all’individuazione e agli interventi sulle fonti rinnovabili. Del resto il settore energetico e ambientale è da sempre presente all’interno del CNR con una notevole progettualità che trova risorse e sostegno in campo nazionale ed europeo. [...]


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