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Perché lamentarsi del prezzo della benzina? Potrebbe anche peggiorare... Stampa E-mail
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Drilling


Anche il terremoto contribuisce a far lievitare il prezzo della benzina. E tutti sono nuovamente indignati contro le tasse e contro, ovviamente, le compagnie petrolifere.
Mi ricordo una scenetta comica dell’indimenticabile Alighiero Noschese, che imitava Aldo Moro mentre annunciava temporanei aumenti del prezzo della benzina per far fronte alla calamità del momento fino al livello stratosferico (“comico” appunto) di 2.000 lire a litro. Oggi siamo ben al di là di quelle aspettative paradossali, ma i commenti, le reazioni emotive, le analisi sembrano assolutamente quelli di allora.


Si arriva ad implorare il buon cuore delle compagnie, che dovrebbero “abbassare il prezzo industriale” di un ammontare equivalente all’aumento dell’accisa. Non sarebbe più logico, trasparente ed efficace aumentare la tassazione sugli extra profitti delle compagnie di un ammontare equivalente? Perché non lo si fa?


Forse perché, magari, questi extra pro- fitti semplicemente non esistono e quindi non si genererebbe alcuna entrata aggiuntiva per le casse dello Stato. Mentre tutti giustamente ci indigniamo per questo aumento della benzina sempre e comunque, sia quando il prezzo del greggio sale sia quando scende, nello stesso tempo non vogliamo perdere tempo a cercare di capire il perché. Meglio sapere che c’è un “cattivo” da punire e colpire subito nella pubblica piazza. E chi altri se non i Paesi produttori o le compagnie petrolifere?


Mi permetto di segnalare alcuni dati che dovrebbero farci riflettere e preoccupare seriamente non per il prezzo che stiamo pagando oggi, ma per quello che finiremo col pagare nel giro di qualche anno. La scenetta di Noschese non era solo profetica, ma risulta ancora di grande attualità: le stratosferiche 2.000 lire potranno divenire senza alcuna difficoltà e prima di quanto ci aspettiamo 5 euro a litro, senza che questo implichi necessariamente un corrispondente aumento del prezzo del petrolio greggio. Purtroppo, rischiamo di perdere la capacità di leggere gli eventi e capirne le dinamiche. Usiamo analisi e modelli così complicati da chiuderci gli occhi davanti alla realtà. “Quando il ramo del fico intenerisce e mette le foglie, voi sapete che l’estate è vicina”. Ecco un modello previsivo semplice e di estrema efficacia, proposto nel Vangelo duemila anni fa, ma spesso ignorato per la sua saggezza contadina. [...]



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