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Non è tutto oro nero quel che pensa l'econometria Stampa E-mail
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Drilling


Di recente mi sono trovato a partecipare a seminari internazionali sul tema dell’impatto della speculazione finanziaria sul prezzo del petrolio. Sono rimasto abbastanza sorpreso: autorevoli economisti che lavorano nelle più importanti istituzioni economiche internazionali (Banca Mondiale, Banca Europea, varie Banche centrali nazionali, IEA, ...) hanno sostenuto, sulla base dei risultati di modelli econometrici, che l’effetto della speculazione finanziaria sul prezzo del petrolio è assolutamente marginale, in quanto prezzi spot del petrolio e prezzi finanziari dei mercati paper sono perfettamente allineati.

Trattandosi di economisti che lavorano nelle istituzioni, è facile immaginare che il loro pensiero venga poi acquisito dai responsabili politici di tali istituzioni, generando quindi la convinzione che il problema della speculazione nel settore petrolifero ed energetico semplicemente non si pone. Chi solleva questi problemi lo fa in modo infondato o per ragioni ideologiche.
Non c’e alcun dubbio che stiamo parlando di studiosi serissimi e assolutamente convinti delle loro tesi, che però non possono essere condivise da chi opera nel settore. Riferisco un episodio divertente, ma significativo.

A un econometrista famoso, che assicurava di aver elaborato un modello in grado di prevedere il prezzo del petrolio nel breve periodo (arco temporale non superiore ad un anno), è stato chiesto se fosse già diventato multimilionario. La risposta è stata ovviamente negativa, mostrando che la definizione accademica del concetto di previsione del prezzo non coincide assolutamente con l’accezione che a questo termine danno gli operatori del settore.

Gli econometrici creano dei modelli, assumendo una semplificazione estrema della realtà che vanno a simulare. Nei casi di settori mono prodotto (caffè, oro, ...) questi modelli riescono a rappresentare la dinamica che lega i prezzi ai fondamentali dei vari settori. Nel caso del petrolio, la modellizzazione, anche la più semplificata, deve tener conto di una complessità che non può assolutamente essere gestita da un modello econometrico. Quello che, infatti, chiamiamo mercato petrolifero è in realtà un complesso di mercati separati, dove operano soggetti economici diversi, mossi da dinamiche e obiettivi diversi.[...]


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