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INFO@COMUNI - Con un Commissario il futuro delle rinnovabili è più sereno Stampa E-mail

30 marzo 2012 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - L’Associazione dei produttori di energia da fonti rinnovabili ha formulato al dicastero per lo Sviluppo economico una proposta per affrontare le problematiche del settore. Prevista l’istituzione di un organo collegiale in cui siano assicurate le rappresentanze dei vari Ministeri competenti in materia. L’eccessiva burocrazia degli iter autorizzativi penalizza investimenti e occupazione.

Siamo agli inizi del 2012, il primo trimestre sa già di primavera. Ma le rondini a primavera non sempre annunciano la prima bella stagione. Se buttiamo lo sguardo allo scorso anno, qualcuno non è proprio soddisfatto dell’andamento stagionale… Anzi, è stato incerto tutto l’anno. Ne sa qualcosa, Agostino Re Rebaudengo, presidente di Aper (l’Associazione italiana produttori di energia da fonti rinnovabili). “Nel 2011 il settore delle rinnovabili ha registrato in Italia un notevole incremento della potenza installata, dovuto principalmente alla realizzazione di impianti fotovoltaici”.
Ma, ecco, le nuvole… “Tuttavia, è stato anche un anno di grande incertezza normativa - aggiunge Re Rebaudengo – con l’adozione del Decreto Romani. Questa misura ha dato finalmente attuazione alla Direttiva europea sulla promozione dell’uso dell’energia elettrica da FER, ma è stata accompagnata da una politica governativa poco attenta al settore e in parte penalizzante, che ha disatteso le aspettative di crescita immaginate da operatori e investitori per questo primo decennio del secolo. Situazione paradossale, se solo si pensa agli obblighi assunti dall’Italia in sede comunitaria con il pacchetto 20-20-20, il cui mancato rispetto implica il pagamento di ingenti sanzioni”.
A questi limiti, se ne aggiungono altri relativi alla lunghezza e complessità degli iter autorizzativi che penalizzano gli investimenti. Come, allora, mitigare queste perturbazioni? Dall’Aper giunge una proposta: l’istituzione di un Commissario straordinario per le fonti di energia rinnovabile.
Per quale motivo e con quali finalità? Si parte dall’esigenza di “una più ampia revisione del modello italiano di allocazione delle competenze in funzione del raggiungimento degli obiettivi comunitari di incremento della produzione di energia verde”. L’Associazione, inoltre, immagina un organo collegiale, in cui siano assicurate le rappresentanze dei vari Ministeri competenti in materia (Sviluppo Economico, Beni Culturali, Ambiente, Politiche Agricole) e delle Regioni, di volta in volta, interessate.
Al Commissario sarebbero attribuiti poteri di monitoraggio dell’attività delle Regioni in vista del raggiungimento degli obblighi, nonché poteri sostitutivi in caso di inerzia e inadempienza. Una funzione di stimolo e coordinamento, quindi, “per restituire certezza e stabilità al settore e la possibilità, per gli operatori, di pianificare tempi e costi degli investimenti”.
E magari ritorna il sereno, per il settore delle rinnovabili che, come sottolinea Re Rebaudengo, “è così importanti non solo per l’occupazione, ma anche per l’indipendenza del nostro Paese dalle fonti fossili ad oggi di totale provenienza estera”.


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