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INFO@COMUNI - L’Europa coltiva l’energia pulita Stampa E-mail

24 febbraio 2012 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - All’interno del comparto delle rinnovabili, le biomasse giocano un ruolo molto importante nella generazione di energia elettrica e termica, e in molti Paesi vincono il confronto con idroelettrico, solare ed eolico. Non è così in Italia, ancora lontana dalla media continentale, anche se le prospettive sono incoraggianti.

Si guarda ad un’era post petrolio. Di questo ce ne sarà ancora bisogno, ma nel frattempo meglio attrezzarsi… con fonti energetiche alternative (o integrative, per il momento). In primissima fila le rinnovabili, che ultimamente hanno goduto di una certa notorietà (ovvero, diffusione) anche in Italia, sulla scia di un grande sviluppo nel Nord Europa.
Ed è proprio il Vecchio Continente che spinge sulle energie pulite e su una loro sempre maggiore affermazione. Sul solare, l’eolico, il geotermico e l’idroelettrico se ne sa già abbastanza. Meno sulle biomasse, il cui apporto potenziale non avrebbe nulla da invidiare in qualità e quantità alle altre sorgenti citate. Ma che cosa sono le biomasse? Proviamo a spiegarlo con uno slogan che rende l’idea: “Coltivare l’energia”. In sintesi, si tratta di energia elettrica e termica ottenuta dalla terra, dalla natura - come legno, residui di prodotti agricoli - e della zootecnia. Intuibile quanto possa il contributo di questo tesoro altrimenti destinato, letteralmente, a marcire.
Non a caso, alcuni Paesi si sono dati da fare. Belgio e Olanda, infatti, primeggiano ottenendo dalle biomasse quasi il 63 per cento della loro produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Non è poco! Come non lo è il quantitativo in percentuale che spetta a Regno Unito, Finlandia e Germania che realizzano rispettivamente il 45,8 per cento, il 45 e il 33,2. L’Italia si assesta su di un modesto 12,2 per cento, ma non mancano prospettive di crescita, almeno per raggiungere la quotazione media che - nell’Europa a 15 - è quantificata nel 18,2 per cento.

IL PESO DELLE SINGOLE FONTI NEL MIX RINNOVABILE DEI PRINCIPALI PAESI UE

valore percentuale sul totale di energia elettrica verde prodotta

NAZIONE

*IDRO*

*GEO*

SOLARE

MOTO
ONDOSO

EOLICO

BIOENERGIE

TOTALE

Belgio

5

-

12

-

20,2

62,8

100

Olanda

0,9

-

0,4

-

35,9

62,8

100

Regno Unito

14

-

0,1

-

39,6

46,3

100

Finlandia

54

-

-

-

1,2

45

100

Danimarca

0,2

-

-

-

63,8

36

100

Germania

19

-

11,9

-

36,1

33,2

100

Lussemburgo

40,6

-

7,5

-

20,7

31,2

100

Totale EU 15

53,5

0,9

3,7

0,1

23,6

18,2

100

Austria

78,2

-

0,1

-

4,5

17,2

100

Italia

66,4

7

2,5

-

11,9

12,2

100

Svezia

84,8

-

-

-

4,1

11,1

100

Portogallo

57,4

0,7

0,8

-

32,4

8,7

100

Irlanda

15,6

-

-

-

78,3

6,1

100

Francia

81

-

0,8

0,7

12,4

5,5

100

Spagna

43,7

-

6,9

-

45,3

4,1

100

Grecia

72,6

-

1,4

-

23,4

2,6

100

Ma è ormai evidente che le economie continentali, non solo loro, puntano su risorse energetiche sostenibili e rinnovabili, al punto che si è diffusa l’espressione bioeconomia. Un termine che identifica una visione dell’economia fondata su risorse biologiche provenienti della terra e dal mare, nonché dagli scarti, che fungono da combustibili per la produzione industriale ed energetica e di alimenti e mangimi. La bioeconomia comprende anche l’uso di processi di produzione fondati su bioprodotti per un comparto industriale sostenibile. I rifiuti organici, ad esempio, rappresentano un potenziale notevole in alternativa ai concimi chimici o per la conversione in bioenergia. Stando alle stime fornite da Bruxelles, la bioeconomia europea vanta già un fatturato di circa 2.000 miliardi di euro e impiega oltre 22 milioni di persone, che rappresentano il 9 per cento dell’occupazione complessiva dell’EU. Ce n’è abbastanza per rimboccarsi le maniche e coltivare l’energia.


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