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II trasporto marino sull'onda dell'efficienza energetica Stampa E-mail
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di Andrea Molocchi | responsabile studi Amici della Terra
e Maria Pia Valentini| ENEA



Con l’apertura della consultazione pubblica che precede la proposta di ogni nuova direttiva comunitaria, la Commissione europea ha recentemente avviato quel processo politico di carattere inevitabilmente regionale, paventato per oltre quattro anni qualora gli organismi internazionali non fossero riusciti a varare tempestivamente misure per la riduzione delle emissioni di CO2 del trasporto marittimo.
La Commissione ha evidentemente considerato insufficienti – rispetto alla strategia climatica europea – le nuove misure di efficienza energetica concordate in sede IMO nel luglio 2011, riguardanti soprattutto le navi di nuova costruzione, e ha giudicato negativamente l’esito del vertice climatico ONU di Durban, dove le proposte per uno strumento internazionale capace di coinvolgere anche le navi esistenti negli impegni di riduzione delle emissioni sono state semplicemente stralciate dai lavori. Il potenziale tecnologico e gestionale di miglioramento energetico del trasporto marittimo è in realtà enorme.

Scopo di questo articolo è proprio quello di presentare e valutare i benefici delle tecnologie con maggior potenziale applicativo, sulla base di una rassegna critica effettuata dall’associazione Amici della Terra su incarico di ENEA, corredata da simulazioni di risparmio energetico su alcune tipologie di navi e da valutazioni costo/beneficio per l’individuazione delle misure più promettenti.


Riduzione degli sprechi
Considerata l’incidenza della spesa energetica sui bilanci aziendali, il rafforzamento delle politiche di gestione energetica da parte delle compagnie dovrebbe costituire una grande opportunità di rafforzamento della capacità competitiva, se non una vera e propria necessità di sopravvivenza (specie in questa prolungata fase di crisi economica e di noli irrisori).
Anche il sistema di governo può far molto in questa difficile fase di transizione, favorendo l’avvio di progetti per la riduzione degli sprechi energetici di sistema (ad esempio, una modalità di navigazione slow speed può essere adottata da tutte le navi alle quali il terminal di destinazione segnali tempestivamente situazioni di congestione in porto). Vista l’attuale sete di lavoro della cantieristica italiana, il rilancio della domanda di investimenti in retrofit e in nuove costruzioni ad alta efficienza energetica sono occasioni a portata di mano, da cogliere con tempestività.

I consumi energetici del trasporto marittimo dipendono da molteplici fattori, riguardanti le caratteristiche strutturali e tecnologiche della nave, l’efficienza degli impianti di bordo che producono e/o consumano energia, le modalità di gestione operativa e manutentiva della nave stessa, e non meno importanti quelli riguardanti la gestione delle navi della flotta a livello di compagnia e le modalità organizzative appena richiamate fra il terminal portuale e la nave stessa.
Migliorare l’efficienza energetica del trasporto marittimo significa realizzare lo stesso livello di servizio utilizzando meno energia, così come incrementare la produttività del servizio utilizzando la stessa quantità di energia. Pertanto, sono due le leve d’intervento per migliorare l’efficienza energetica: la prima è rivolta ad aumentare la resa produttiva del servizio, generalmente misurata in termini di tonnellatechilometro (tkm) o passeggeri-chilometro (pkm), cercando di ridurre i viaggi a vuoto e incrementando i tassi di riempimento; la seconda è invece orientata a ridurre i consumi energetici attraverso interventi di efficientamento tecnologico e gestionale.

Negli ultimi anni, soprattutto a partire dall’impennata del prezzo del petrolio del 2008, per poi proseguire anche nella successiva fase di crisi economica, è notevolmente aumentato l’interesse delle compagnie di trasporto marittimo per l’applicazione di misure di risparmio energetico e relativo contenimento dei costi. Questa tendenza, tuttora perdurante, ha stimolato l’offerta di nuove soluzioni ad alta efficienza energetica in tutti i settori della gestione navale, sia da parte dei fornitori tradizionali (produttori di motori, cantieri navali, eccetera) sia di nuovi entranti specializzati sulle innovazioni più promettenti. In letteratura è possibile rinvenire vari contributi, generalmente di fonte produttori, sulle misure di efficienza praticabili nel trasporto marittimo, mentre gli studi più sistematici (rassegne tecnologiche, magari corredate di analisi di potenziale e valutazioni economiche) sono più rari.

Vari studi propongono elenchi e rassegne di misure di efficienza energetica delle navi, ma la loro aggregazione in tipologie si rivela spesso problematica. Per una valutazione realistica del potenziale e per favorire il miglioramento dell’efficienza energetica occorre innanzitutto ricondurre le singole misure in aree tecnologiche il più possibili omogenee, individuando le opportune leve gestionali e decisionali. [...]


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