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Chi ancora si meraviglia (o finge di farlo) ha la memoria davvero corta. Questa coda di 2011, vissuta con apprensione e sconcerto quasi stessimo recitando un nuovo imprevisto copione, in realtà è solo l’ennesimo remake. A costo di essere ripetitivi – quasi una condanna per questa rubrica! – dobbiamo ancora una volta rilevare una serie impressionante di analogie tra oggi e ieri. Proprio venti anni or sono eravamo sulla stessa barca, navigavamo sugli stessi mari (a dir poco agitati), litigavamo sulle stesse questioni, proponevamo le stesse innovative soluzioni.
Mille ricette ma tutte senza esito. La Casa Bianca è ormai sotto il tiro incrociato e le elezioni sono dietro l’angolo. Ora a pagare il conto è soprattutto la classe media (Corriere della Sera, 21 novembre). Unica differenza rispetto a oggi, il nome dell’illustre inquilino della White House: George Bush e non Barak Obama.

Non che il vecchio Continente se la passasse meglio. È rissa sull’Unione europea. Francia e Germania vogliono una struttura federalista con ampi poteri al Parlamento di Strasburgo (Corriere della Sera, 14 novembre). In 300 pagine la nuova Europa. Per evitare la rottura tra Londra e gli altri partner è stata adottata una soluzione senza precedenti (Sole 24 Ore).
Evidentemente anche il flirt (politico, naturalmente) tra Sarkozy e Merkel e la contemporanea scelta di Cameron di rimanersene al di là della Manica senza confondersi con il resto d’Europa è un semplice deja vu. Nel suo piccolo, la stessa Italia continua a viaggiare su binari paralleli. Allora come oggi, le casse dello Stato erano inversamente proporzionali alla capienza delle prigioni: vuote le prime, stracolme le seconde. Svanito l’effetto amnistia carceri vicine al collasso (Il Sole 24 Ore, 23 dicembre). Il 1992 debutta con una raffica di aumenti. L’ultimo ritocco alle tariffe dei trasporti si aggiunge alla stangata sulla casa, all’addizionale Irpef e ai ticket sanitari (Sole 24 Ore, 31 dicembre).

Altro che nouvelle cuisine! Le soluzioni di oggi per superare la crisi e per tamponare il baratro dei conti pubblici sono come la ricetta della nonna (solo che il piatto è decisamente più amaro e indigesto). Per inciso, l’interesse sui Btp era a doppia cifra (11,83 per un’asta settennale pubblicizzata sul Corriere della Sera dell’11 novembre).
Ruby non era probabilmente ancora nata – ma chi può dirlo con esattezza? – e così il Berlusconi premier. Eppure i vescovi italiani bacchettavano già la politica per la scarsa capacità di rispondere alle vere esigenze del Paese e per il dilagante degrado morale: Meno leggi, più legge. Monito della Cei che in una nota denuncia l’eclissi di legalità e l’assenza di una mobilitazione delle coscienze (Corriere della Sera, 13 novembre). [...]



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