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INFO@COMUNI - Acqua, un bene prezioso da valorizzare Stampa E-mail

29 dicembre 2011 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - In Italia gli investimenti nel settore idrico nei prossimi trent’anni toccheranno i 65,2 miliardi di euro. In primis sembra necessario un ammodernamento della rete per garantire servizi di alta qualità. Una famiglia composta da tre persone spende poco più di 16,3 euro mensili. La bolletta italiana è tra le più convenienti d’Europa.

C’è l’oro nero, il petrolio. L’oro azzurro, il gas. L’oro blu, l’acqua. Il fatto che i vari colori si leghino al pregiato metallo non è casuale, essendo il trittico alquanto prezioso. Versare… parole sul valore dell’acqua è superfluo, anche se talvolta qualcuno la considera un bene superfluo, inesauribile e totalmente gratuito. Non è proprio così, se si considera che la gestione di un servizio idrico non piove dal cielo ma richiede considerevoli investimenti.
Ce lo ricorda il rapporto Blue Book. I dati sul servizio idrico integrato in Italia, a cura della Fondazione Utilitatis con il supporto dell’ANEA (Associazione Nazionale Enti d’Ambito). I numeri sono chiari. Gli investimenti nel settore idrico nei prossimi trent’anni dovranno toccare i 65,15 miliardi di euro (2,17 miliardi di euro l’anno), con una compartecipazione da parte dello Stato pari al 9,1 per cento del totale.
Il comparto acquedottistico e quello fognario-depurativo si divideranno il fabbisogno in modo pressoché uguale, destinando le risorse - per altro assai scarse negli ultimi decenni - ad interventi di manutenzione straordinaria di reti e impianti. La spesa media annua pro capite per investimenti risulta quindi di 37,36 euro.
A fronte di questi numeri la spesa media per il servizio è pari a 136 euro l’anno per un consumo di 100 metri cubi, e a 213 euro l’anno per 150 metri cubi. In questo caso, dunque, si ottiene un esborso medio di 16,3 euro mensili. Questo è quanto incide (0,6 per cento) il servizio idrico sulla spesa media di una famiglia di tre componenti.
Tanto? Poco? Il grafico, che potete leggere in basso, fornisce un confronto europeo dal quale emerge che la spesa idrica italiana risulta tra le più contenute. Al vertice della graduatoria si colloca la Danimarca (1.405 dollari l’anno), seguita da Lussemburgo e Belgio (entrambi sopra gli 800 dollari), Germania e Francia rispettivamente a quota 766 e 704 dollari. Italia fortunata…? Non necessariamente; negli altri Paesi adeguati investimenti garantiscono le necessarie migliorie alla rete.


Graduatoria europea della spesa per consumi di 180 m3 annui - 2010
(fonte: Utilitatis, elaborazioni su dati Global Water Intelligence)


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