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IL GIORNALIERO - UE: cresce l’attenzione per le attività offshore nel Mediterraneo Stampa E-mail

31 ottobre 2011 - Giusto un anno e mezzo fa Nuova Energia aveva incontrato Tom Deckers, manager di Atlas Copco, società che da qualche tempo stava mostrando un interesse crescente per il settore oil&gas. Il messaggio lanciato in quell’occasione fu abbastanza preciso: per l’attività upstream offshore, in Europa si sta evidenziando uno spostamento dal Mare del Nord al Mediterraneo.
“Dopo 30 anni di intenso sfruttamento - spiegava Tom Deckers - le tradizionali riserve petrolifere del Mare del Nord avevano iniziato a dare segni di stanchezza; proprio nello stesso momento in cui, invece, nel Mediterraneo venivano scoperti giacimenti di petrolio e di gas per un volume pari al 5 per cento dei giacimenti mondiali. Preziose riserve nella maggior parte dei casi ancora da esplorare e sviluppare...”.
All’interesse degli operatori del settori oil&gas ha fatto seguito quello della Commissione europea. Lo scorso 27 ottobre una nota diramata da Bruxelles ha affermato di aver compiuto un passo importante verso una migliore protezione del Mar Mediterraneo. Si tratta della formalizzazione di una proposta affinché l’Unione aderisca “a un protocollo della convenzione di Barcellona che protegge il Mediterraneo dall’inquinamento derivante da attività di esplorazione e sfruttamento offshore”.
L’area in oggetto, dichiarano gli esperti di Bruxelles, risulta infatti particolarmente vulnerabile sia per la configurazione semichiusa e la notevole sismicità, sia per le attività di esplorazione e sfruttamento dei giacimenti, attualmente in aumento.
Questa proposta completa la proposta legislativa per la sicurezza delle attività offshore nel settore degli idrocarburi - ha dichiarato il commissario europeo per l’Ambiente, Janez Potočnik - e ci consentirà di operare in stretta collaborazione con i nostri partner mediterranei non appartenenti all’UE, garantendo una migliore protezione di questo mare per tutti coloro che lo utilizzano”.

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