Eni fa innovazione totale con un mega data center da 120 milioni |
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di Pietro Magri
Si parla molto di efficienza energetica e se ne fa ancora (troppo poca). Che cosa dire, allora, quando si apprende che ci sarà un qualcosa la cui efficienza energetica si tradurrà in una sensibile riduzione di emissioni di anidride carbonica? Mettiamo 335 mila tonnellate l’anno? Ovvero, circa l’1 per cento dell’obiettivo italiano fissato nel Protocollo di Kyoto?
Ebbene, questi numeri (assieme ad altri) se ne stanno non nel mondo dei sogni ma in un cantiere in provincia di Pavia, a Ferrera Borgognone. Il tutto poggia, si potrebbe dire, sulla prima pietra del cantiere inaugurato lo scorso 3 ottobre all’interno del quale sorgerà un data center dalle caratteristiche particolari…
Per farsene convinti basterebbero queste parole: “Vogliamo fare il meglio del meglio che c’è al mondo”. Le ha pronunciate l’amministratore delegato Eni Paolo Scaroni presentando un’opera che il mondo intero potrà invidiare all’Italia e all’Eni che la realizza. L’azienda mette in campo un investimento di 120 milioni in un impianto che già si spiega nella sua denominazione, Green Data Center. Un esplicito riferimento ad un “verde” ad alta tecnologia che si estenderà su una superficie di 5.200 metri quadrati nella quale confluiranno tutti i sistemi operativi utilizzati a livello mondiale dal cane a sei zampe[...].
Quindi, il cuore informatico del Gruppo che lancia una sfida anche ai colossi che utilizzano data center. Un settore, quello dell’informatica e delle telecomunicazioni, responsabile del 2 per cento delle emissioni globali di anidride carbonica (tanto quanto prodotto da tutto il trasporto aereo) e che nel 2007 ha totalizzato una spesa di sette miliardi di dollari in elettricità necessaria per raffreddare i server. Cifre mostruose, destinate ad aumentare in uno scenario che prevede una sempre maggiore infrastrutturazione telematica. Un problema? Forse. [...]
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