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IL GIORNALIERO - INGV: così la ricerca senza confini... sconfina nell’eccellenza Stampa E-mail

11 ottobre 2011 - Geofisica e vulcanologia. Due discipline che proiettano la ricerca italiana ai vertici mondiali, e che fanno dell’Italia un porto di approdo - e non di partenza - dei migliori cervelli (vedi il Giornaliero di ieri).
Un settore nel quale – come spiega Domenico Giardini, da poche settimane eletto alla presidenza dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) – il tasso di internazionalità è ai massimi livelli e la rete di collaborazione della ricerca italiana con l’estero più che mai solida e attiva (sarà questo il segreto?).
“Tutte le scienze ambientali e climatiche, e in particolare la nostra – commenta Giardini - affrontano questioni su scala globale. Dunque, problemi che non possono essere circoscritti in uno specifico ambito territoriale. La geologia non ha confini politici. Magari li crea (tipico l’esempio delle montagne che spesso delineano le frontiere tra due nazioni); ma a quel punto ciò che succede sotto va necessariamente visto da entrambi i versanti. Per questo è fondamentale costruire delle reti distribuite in tutto il mondo, e promuovere un costante scambio di dati, informazioni, esperienze scientifiche, in uno spirito di collaborazione che sia il più ampio possibile”.
Questo vale, a maggior ragione, per una scienza come quella in oggetto che spesso viene portata al banco degli imputati da un’opinione pubblica più pronta a chiedere conto di eventuali mancanze o aspettative disattese che a riconoscere i grandi progressi realizzati in questi anni.
“Nel campo del rischio, in generale, c’è una sempre maggiore sensibilità da parte dei cittadini - conclude Giardini - ma nel contempo una sempre più ridotta accettazione del rischio stesso. Non solo, si cerca di trasferire il problema della mitigazione del rischio dalla sfera personale (là dove entrano in gioco i comportamenti e le scelte del singolo) all’ambito della collettività (in primo luogo l’ente di ricerca o la Protezione Civile). E a quel punto si cerca qualcuno a cui dare la colpa di un evento o si tende ad evidenziare con maggiore enfasi ciò che eventualmente è andato storto, passando sotto silenzio tutto ciò che ha funzionato”.

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