COOKIE
 
PAUSA-ENERGIA
 
IL GIORNALIERO - Cina: aspettando l’inverno, all’appello mancano 14 GW (2) Stampa E-mail

6 ottobre 2011 - La generazione elettrica in Cina soffrirà almeno per tutto l’inverno di un gap tra domanda e offerta valutabile in 14 GW. È la pesante stima del National Energy Administration (NEA) che dimostra come lo sviluppo della locale economia stia ancora soffrendo di forti ed evidenti squilibri (vedi il Giornaliero di ieri). Tra le cause, in primis, la massiccia riduzione della disponibilità di risorse idriche, con la conseguente penalizzazione degli impianti alimentati a carbone bianco. Ma c’è dell’altro. Infatti, è la filiera energetica nel suo complesso a suonare l’allarme rosso. Anche là dove si potrebbero produrre più kWh, perché esistono impianti di generazione non pienamente sfruttati, si evidenzia infatti una carenza di materia prima. Questa volta di origine fossile. È il caso della regione del Guandong dove si stima che 5 GW di impianti a gas siano sotto utilizzati proprio per la difficoltà di approvvigionamento del prezioso combustibile, nonostante i recenti apporti aggiuntivi via pipeline dal Turkmenistan e il super lavoro del terminal GNL di Dapeng. Un simile discorso vale per il carbone. “In totale 23 impianti di generazione per complessivi 7 GW, sono stati costretti alla chiusura durante la scorsa estate a causa della mancanza di carbone. Nel 2010 avevano già chiuso i battenti 10 impianti, per complessivi 1,9 GW”. È significativo notare che, mentre nel 2010 erano uscite di produzioni centrali tutto sommato marginali o medio piccole (meno di 200 MW di potenza ciascuna), nei mesi scorsi la chiusura ha riguardato impianti più robusti (oltre 300 MW ciascuno). La situazione non è per nulla rosea visto che a metà settembre lo stock di carbone presente nei principali terminal del Paese era pari a 65,1 milioni di tonnellate. Con i livelli attuali di domanda un quantitativo sufficiente solo per assicurare 15 giorni di rifornimento agli impianti di generazione. È chiaro dunque, che non basterà fare la danza della pioggia per bilanciare i conti tra offerta e domanda, ma serviranno interventi decisamente più strutturali e a tutto campo. Nel frattempo, l’unica strada percorribile nel breve periodo è l’inevitabile il razionamento, soprattutto per le imprese più energivore. Un colpo basso per un’economia che ritiene vera crescita solo quella a doppia cifra.

Leggi le altre news

 
© 2005 – 2024 www.nuova-energia.com