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IL GIORNALIERO - Eni investe 120 milioni e posa la prima pietra del Green Data Center Stampa E-mail

4 ottobre 2011 - “Vogliamo fare il meglio del meglio che c’è al mondo”. Parola dell'amministratore delegato Eni Paolo Scaroni. Ieri, la posa della prima pietra. Entro il 2012 un mostro che il mondo intero potrà invidiare all’Italia e all’Eni. L’azienda con un investimento di 120 milioni sta realizzando a Ferrera Erbognone, in provincia di Pavia, un nuovo data center, in prossimità della centrale a gas Enipower.
Di che cosa si tratta? L’impianto denominato Green Data Center ospiterà su una superficie di 5.200 metri quadrati tutti i sistemi operativi utilizzati a livello mondiale dal cane a sei zampe. Quindi, il cuore informatico del Gruppo che lancia una sfida anche ai colossi che utilizzano data center. Un settore, quello dell’informatica e delle telecomunicazioni, responsabile del 2 per cento delle emissioni globali di anidride carbonica e che nel 2007 ha totalizzato una spesa di sette miliardi di dollari in elettricità necessaria per raffreddare i server. Cifre mostruose, destinate ad aumentare in uno scenario che prevede una sempre maggiore infrastrutturazione telematica. Un problema? Forse. Non insuperabile, se se si punta decisamente su soluzioni ecocompatibili. “Abbiamo raccolto - ha sottolineato Scaroni - 35 mila processori e server sparpagliati per il mondo in un’ottica che prevede meno ridondanze di spazi, macchinari e persone”.
“Il centro - ha aggiunto Scaroni - sarà un campione mondiale anche per il consumo di energie. I data center sono 'bestie' che ne consumano enormi quantità: Google consuma ogni giorno come una città da 7 milioni di abitanti, l'informatica è il secondo consumatore energetico al mondo. A parità di dati trattati, questo centro consumerà un terzo di quello che consumiamo oggi”. Per ottenere questi risultati, il progetto si basa su sofisticate tecnologie (soprattutto nella parte condizionamento) ripensando ex novo ogni singolo componente del sistema data center.
“Queste opere - ha aggiunto Scaroni - solitamente sono installate in Paesi come Sri Lanka, India e Cina. Quel che prendiamo diamo… Ed è così che vogliamo fare, qui a Ferrera Borgognone, un punto di eccellenza per i nostri giovani”. La mattinata si conclude in un clima di generale soddisfazione. Nonostante tutto, in Italia qualcosa si muove. I lavori nel cantiere del Green Data Center non sono l’unica buona notizia. Eccone altre.
Scaroni si augura che “il primo flusso di gas possa cominciare in ottobre” attraverso il gasdotto Greenstream, che collega Libia e Italia aggiungendo che Southstream - che collegherà Europa e Russia via Mar Nero - consentirà di minimizzare i rischi connessi all' approvvigionamento del gas (“Meglio il rischio Russia che il rischio Ucraina-Russia…”, sintetizza l’ad). Marcello Raimondi, assessore all’Ambiente, energia e reti della Regione Lombardia sottolinea l’importanza dell’accordo con Telecom per la banda larga in Lombardia.
Il sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia annuncia, commentando le vicende sul riassetto di Edison, che “un polo italiano delle energie rinnovabili è una suggestione interessante anche per il governo e può essere la ciliegina sulla torta dell'accordo di marzo”. Il sottosegretario inoltre ha dichiarato in merito al tema dismissioni: "Se Confindustria ha in mente le liberalizzazioni, siamo al suo fianco. Se ha in mente privatizzazione a prezzi di saldo, no”. Buona notizia per qualcuno, per altri no. A parte Marchionne.

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