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IL GIORNALIERO - Purtroppo il Pil mondiale non segue l’esempio delle fonti rinnovabili... (2) Stampa E-mail

3 ottobre 2011 - L’aumento della domanda di kWh nei prossimi venticinque anni sarà soddisfatto principalmente dalla messa in opera di nuova potenza da fonti rinnovabili. Lo assicura l’International Energy Outlook 2011, appena pubblicato dall’Energy Information Administration degli Usa (vedi il Giornaliero di venerdì scorso) secondo cui le green energy avranno un tasso medio annuo di crescita pari al 2,7 per cento. Con performance profondamente diverse da fonte a fonte.
In termini di crescita relativa, non certo a sorpresa, la pole position spetta al fotovoltaico con un tasso previsto di incremento pari all’8,3 per cento che svernicia l’eolico (5,7 per cento), il geotermico (più 3,7 per cento) e lo stesso idroelettrico (più 2 per cento). Nell’ombra, almeno in base a queste proiezioni, le biomasse e il recupero di energia da rifiuti, per i quali è atteso un trend di sviluppo tutto sommato modesto (più 1,4 per cento).
E le altre fonti? Non mancano le sorprese. Già, perché nonostante Fukushima, tra le non rinnovabili il futuro più roseo sembra prospettarsi proprio per il nucleare. L’EIA assegna a questa fonte un tasso di incremento della capacità installata pari al 2 per cento annuo, superiore rispetto a quello del gas naturale (ma il mondo dell’energia non stava andando in quella direzione?) che dovrebbe fermarsi all’1,6 per cento/anno, sempre considerando l’orizzonte temporale dei prossimi 25 anni. Il carbone è previsto in lieve crescita, solo 1,3 punti percentuali. Mentre gli impianti di produzione di energia elettrica alimentati a oil dovrebbero registrare una riduzione dell’1 per cento (soprattutto per via dei presunti aumenti del costo del petrolio e dell’attenzione per i cambiamenti climatici).
E alla fine della fiera... nel 2035 le fonti rinnovabili potrebbero guadagnare il primo posto tra le fonti di generazione elettrica con 2.372 GW installati; circa un terzo del parco complessivo di generazione.

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