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IL GIORNALIERO - Sul futuro del veicolo elettrico... non resta che tirare i dadi Stampa E-mail

29 settembre 2011 - Il futuro è del tutto impossibile da prevedere. Potrebbero essere riassunti in queste poche parole i risultati della Electric Mobility Conference che si è appena svolta in Canada. L’appuntamento ha cercato di tracciare i possibili scenari di sviluppo del veicolo elettrico, accorgendosi che fonti diverse – pur altrettanto autorevoli – giungevano a risultati diametralmente opposti. Il kWh salirà su tutte le auto o quasi; anzi no, rimarrà un passeggero scomodo almeno per i prossimi 40 anni...
Le stime che sono state presentate durante il summit canadese (nel complesso 31 studi diversi) hanno previsto all’orizzonte 2050 un tasso di penetrazione del veicolo elettrico che varia da poco più dello zero per cento ad oltre il 90 per cento. Impossibile, quindi, fare oggi accurate previsioni, e altrettanto difficile – hanno convenuto gli esperti presenti – effettuare delle comparazioni tra i diversi studi poiché ciascuno parte da presupposti diversi (ad esempio sui costi del petrolio o sulle quotazioni del mercato della CO2).
Quindi non si tratta di pareri discordi su uno stesso possibile percorso, ma più semplicemente di n scenari alternativi che nel loro evolversi potrebbero portare ad n mercati tra loro così diversi. “Tutti gli studi che abbiamo preso in esame sono corretti, ma solo il futuro potrà dirci quale di questi avrà azzeccato le ipotesi più corrette”. Insomma, allo stato attuale, non resta che tirare i dadi...
Ma se proprio ci si volesse sbilanciare su una previsione? I due terzi degli studi presi in esame non sono particolarmente ottimistici e dicono che al 2050 la flotta di veicoli elettrici inciderà sul totale del circolante fino ad un massimo del 20 per cento (ma c’è chi dice zero). Nel settore delle electric car incrociano le dita e sperano che abbia ragione l’altro terzo...

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