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INFO@COMUNI - Alle risorse idriche servono oltre 66 miliardi Stampa E-mail

30 settembre 2011 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Questo è l’ammontare degli investimenti necessari per i prossimi 30 anni alla modernizzazione di un servizio che incide relativamente in bolletta, rispetto anche ad altri consumi. Una famiglia italiana spende in media 194,8 euro l’anno rispetto ai 1.003,5 di una famiglia danese e ai circa 570 euro di Austria, Gran Bretagna e Francia. Mensilmente si spendono 23,6 euro per acquedotto, fognatura, depurazione, mentre 25 se ne vanno in fumo…

Sulle risorse idriche si è parlato molto e pochi mesi fa si è anche votato in un referendum. Senza entrare nel merito politico, allora e anche ora si può convenire sul fatto che la nostra rete necessiti di adeguati miglioramenti. Un bene prezioso come l’acqua non va buttato via. Questo, ma anche altro, ci viene ricordato da alcuni dati presentati recentemente in anteprima al Festival dell’Acqua di Genova dalla Fondazione Utilitatis.
Nel Blue Book, che sarà presentato in versione completa nel mese di ottobre, emerge che il fabbisogno di investimenti è arrivato a 66,2 miliardi da spendere nei prossimi 30 anni destinati in particolare a fognature e depurazione (la maggior parte dei quali nel Nord-Ovest del Paese). Un ammontare che solo per il 10,5 per cento sarebbe coperto da finanziamenti pubblici.
Ma alquanto interessante risulta il quadro tariffario, soprattutto se confrontato con gli altri Paesi europei. Infatti, una famiglia italiana spende in media 194,8 euro l’anno, contro i 1.003,5 di una famiglia danese e i circa 570 euro di Austria, Gran Bretagna e Francia.
Ed ancora: mediamente le famiglie italiane spendono mensilmente 23,6 euro per il ciclo idrico (in bolletta ci sono acquedotto, fognatura, depurazione), contro 25 euro spesi per i tabacchi, 128,7 per il tempo libero e la cultura, 148,8 euro per l’energia e ben 423,4 euro al mese per i trasporti. Dunque, l’incidenza della bolletta idrica sulla spesa complessiva familiare tocca lo 0,8 per cento il mese. Una percentuale sulla quale riflettere…
Certamente, il momento è difficile ma non vi è dubbio che investire nel settore idrico significa investire anche sul futuro, generando occupazione e sviluppo. A ciò si aggiunge un’altra urgenza. Infatti, il nostro Paese corre il rischio di pagare multe salate che potrebbero essere comminate dalla UE per i ritardi accumulati nella costruzione dei depuratori. Se così fosse, il buco nell’acqua sarebbe doppio.


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