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IL GIORNALIERO - L’energia è (anche) un grande produttore di rifiuti Stampa E-mail

23 settembre 2011 - Energia protagonista anche nel settore rifiuti. Ogni anno l’Europa - intesa come popolazione e come attività economiche - genera la bellezza (si fa per dire) di 2,6 miliardi di tonnellate di rifiuti. Un fardello pari a circa 5.500 chilogrammi che pesa sulle spalle di ciascun cittadino comunitario. Il quantitativo rilevato da Eurostat per l’anno 2008 risulta sostanzialmente stabile rispetto agli anni precedenti; e questa è una delle poche notazioni positive della questione.
Ma da cosa è composto questo smisurato sacco nero? Il settore delle costruzioni è responsabile della fetta maggiore: quasi 860 milioni di tonnellate, giusto un terzo del volume complessivo. Alle sue spalle il settore minerario, capace di generare 727 milioni di tonnellate di waste ogni anno (il 28 per cento del totale). Quindi, la parte determinate della montagna di rifiuti spetta a terreno scavato per realizzare nuove infrastrutture o costruzioni, materiale da demolizione, scarti di miniera, et similia. L’industria manifatturiera segue a distanza con solamente 343 milioni di tonnellate (il 13 per cento). Dalle abitazioni degli europei arriva un ulteriore apporto pari a 221 milioni di tonnellate (8,4 per cento).
Anche l’energia ci mette del suo. La fase di generazione (in senso stretto) lascia come residuo 86 milioni di tonnellate di rifiuti da combustione e altri 5 milioni di altri scarti. Dunque, in apparenza, pochi punti percentuali. Tuttavia, i rifiuti da combustione nel loro complesso arrivano a una quota parte del 6 per cento, quindi a oltre 156 milioni di tonnellate. A questi andrebbe aggiunta la produzione in fase upstream. Molti dei residui imputabili alle attività minerarie hanno infatti a che vedere con l’estrazione dei combustibili solidi. Il caso Bulgaria parla chiaramente.
Infatti, secondo gli statistici di Eurostat la produzione media pro capite di rifiuti di un cittadino bulgaro è pari a 37,5 tonnellate l’anno. Un valore sette volte superiore rispetto alla media europea e 50 volte più elevato rispetto a quanto si riscontra in Lituania, il più morigerato tra i membri europei. “Questa enorme differenza va ricercata proprio nella struttura economica dei singoli Paesi - spiegano gli esperti di Bruxelles - e in particolare in Bulgaria pesano i rifiuti derivanti dall’estrazione e dalla lavorazione di carbone e lignite e di altri minerali metallici quali il ferro, il manganese, il rame (altra materia prima molto caro al settore energetico), lo zinco”.
Lo stesso discorso vale per Paesi quali la Romania, la Svezia, la Finlandia, l’Estonia dove si scava parecchio (anche alla ricerca di fonti energetiche) con conseguente produzione di rifiuti al di sopra della media.

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