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IL GIORNALIERO - Auto elettrica ferma ai box senza un cambio di paradigma sulla mobilità Stampa E-mail

22 settembre 2011 - La presentazione del volume Sviluppare la mobilità elettrica: tecnologia, ambiente, infrastrutture, mercato e regole, realizzato dal Laboratorio mobilità sostenibile della Fondazione EnergyLab (di cui si è già occupato ieri il Giornaliero) ha permesso di evidenziare come per il kWh a quattro ruote la strada sia ancora in salita.
Guardiamo la questione dal punto di vista dei consumatori, per esempio. È vero, quando parlano di auto elettrica mostrano una (teorica) elevata propensione all’acquisto. Però, tutti questi clienti disponibili si aspettano che l’auto elettrica costi non già come quelle tradizionali, ma addirittura molto meno!
E intanto la politica che fa? Una risposta è giunta dall’onorevole Agostino Ghiglia, primo firmatario della proposta di legge Disposizioni per la realizzazione di reti infrastrutturali a servizio dei veicoli alimentati ad energia elettrica, presentata il 17 giugno 2010 e ora arrivata in Commissione Ambiente.
Che il gioco si stia facendo serio lo testimonia il fatto che, a detta di Ghiglia, le spinte lobbistiche contrarie all’auto elettrica proprio in queste ultime settimane si sono fatte pesanti e influenti. Le pressioni delle lobby sono aggravate anche dal perdurare di una crisi “nella quale mancano proprio i soldi (ci sono state crisi in passato in cui, invece, i soldi c’erano) e in cui si tende solo a tagliare”.
Sollecitazioni a parte, il testo della proposta è visibile sul sito della Camera e c’è tempo fino a domani (venerdì 23 settembre) per presentare emendamenti; a questo proposito l’onorevole Ghiglia ha chiesto apertamente il contributo di ciascuno - “parlando anche a nome dei colleghi dell’altra parte politica” - affinché siano fatte pervenire osservazioni sulla proposta. “I nostri indirizzi e-mail sono pubblici. Saremo lieti di accogliere i vostri suggerimenti”. Forse è solo un invito di facciata, ma politicamente va premiato il tentativo.
Raffaele Cattaneo, assessore regionale alle Infrastrutture, ha poi ringraziato EnergyLab per l’opportuna scelta di far nascere un laboratorio sulla mobilità e ha sottolineato il fatto che “la mobilità sostenibile è un tema cruciale”. Tutti ne capiamo l’importanza, ma brancoliamo nel buio sui modi più efficaci per attuarlo. Accanto all’elenco di alcune proposte messe in atto dalla Regione per affrontare la questione (significativo il car sharing con sole auto elettriche), Cattaneo ha posto un interrogativo davvero interessante: l’attuale paradigma della mobilità è ancora valido o la questione vera sta nel ragionare su un paradigma diverso? Ovvero, se Milano presenta oltre 700 auto ogni 1.000 abitanti, mentre Londra ne ha 360 e New York 200, forse sarebbe ragionevole lavorare affinché si operi un cambio di cultura, una adesione consapevole a un nuovo modello di mobilità non imposto dall’alto.
E per aggiungere efficacia alla proposta, ha citato lo slogan utilizzato dall’operatore di car sharing della città di Brema: When you want a glass of milk, you don’t buy a cow. Non è detto che tutti quelli che al mattino vogliono bere una tazza di latte debbano possedere una mucca in giardino. La discussione è aperta anche sull’auto di proprietà...
Sulla stessa lunghezza d’onda anche l’intervento del giovane neo assessore alla Mobilità del Comune di Milano, Pierfrancesco Maran. Accanto agli incentivi per la sostituzione delle auto più inquinanti, anche per Maran l’obiettivo da raggiungere è quello di una riduzione del parco mezzi e - riflessione un po’ controcorrente - soprattutto delle dimensioni delle auto che circolano in città. Rischiamo quindi di non vedere più il Baüscia milanés col suv compatto anche nelle emissioni (sic!) sfrecciare in corso Venezia e parcheggiare sul marciapiede o in seconda fila? Per questo - come per l’auto elettrica e per il cambio di paradigma della mobilità - i tempi (e gli automobilisti) sono ancora lontani dall’essere maturi.

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