20 settembre 2011 - L’energia - non solo quella rinnovabile - sta davvero andando a ruba; anche in campo aperto... I furti nel settore agricolo ci sono sempre stati. Ma, fino a ieri, l’attenzione dei ladri sembrava concentrarsi essenzialmente sul bestiame e sulle macchine agricole. Tutt’al più sui mangimi e sui medicinali per la zootecnia. Oggi, a far gola sembrano essere altri prodotti, direttamente legati alla sfera energetica.
Le cronache segnalano un’impennata dei prelievi di gasolio e, soprattutto, delle sottrazioni di rame, che viene asportato dalle grondaie, dalle serre e, naturalmente, dalle linee elettriche. Quest’ultimo aspetto sembra essere il più preoccupante, tanto è vero che in alcune zone d’Italia (soprattutto nel Mezzogiorno) si parla di una vera e propria emergenza. Le associazioni degli agricoltori denunciano come il rischio di black out dovuto al dilagante fenomeno dei furti di rame possa addirittura compromettere i risultati di un’intera annata di lavoro, se l’evento accade durante le fasi più critiche delle lavorazioni (come, ad esempio, la vendemmia).
Soluzioni? L’Associazione dei giovani di Confagricoltura ha proposto l’istituzione di una nuova professione, il poliziotto di campagna una figura a metà strada tra il ranger americano e il nostro poliziotto di quartiere. A Foggia e nel ragusano, addirittura, è stato invocato (da parte delle amministrazioni locali) l’intervento dell’esercito.
Per non parlare delle sottrazioni di pannelli fotovoltaici, altra tipologia di merce che sembra fare sempre più gola, assieme alle centraline di irrigazione. Prodotti che, come succede anche ai trattori e alle macchine agricole, trovano poi facile sbocco all’estero, soprattutto nei mercati dell’Est Europa e del Nord Africa. Va detto - a onor del vero - che nella maggior parte dei casi gli autori dei reati risultano però essere di nazionalità italiana.