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IL GIORNALIERO - In mare aperto le fonti fossili sono uniche vere protagoniste (1) Stampa E-mail

15 settembre 2011 - Se le rinnovabili trionfassero su scala planetaria per le grandi flotte mercantili mondiali si tratterebbe di un evento epocale simile alla battaglia di Trafalgar; naturalmente, dal punto di vista dei franco-spagnoli, non certo dagli inglesi. In altre parole, una sconfitta epocale. Senza le fonti dure – petrolio, gas naturale liquefatto, carbone – sette navi su dieci, tra quelle di grandi dimensioni che percorrono le rotte commerciali del Pianeta, dovrebbero cambiare mestiere. Costrette all’ancora con le stive vuote.
Sono la fame e la sete di combustibili fossili - assicura la Review of marittime transport 2010 - e più in generale di materie prime, a tenere a galla i traffici mondiali via mare. Altrimenti, guardando solo ai prodotti finiti, il ruolo dei marittime transport sarebbe ridotto a una frazione di quello attuale.
Tutto parte dalla valutazione della composizione della flotta mondiale, stimata in 1,27 DWT, ovvero Dead Weight Tonnage (tonnellaggio di portata lorda). In pratica questa unità di misura valuta l’effettiva capacità di carico di un natante, dopo aver detratto il carburante imbarcare a bordo, le zavorre, l’equipaggio, l’acqua e le provviste. Tutte voci che non pagano, nel senso che non possono essere considerate come vero carico utile, ma fanno ugualmente peso.
La fetta principale di questa torta è rappresentata dai cosiddetti bulk carrier, ovvero dalle navi adibite al trasporto di materie prime grezze (e qui, assieme al ferro, è proprio il carbone ad occupare un ruolo di assoluto rilievo). Nel complesso, 457 milioni di DWT, il 36 per cento del totale. Staccate di un nulla le petroliere, con 450 milioni di DWT e uno share del 35 per cento. Si tratta di un valore quasi tre volte superiore rispetto a quello dei porta container, che si insidiano sul terzo gradino del podio (169 milioni di DWT e una quota mercato del 13 per cento).
Ancora più staccati i cosiddetti general cargo (meno del 9 per cento). A seguire le navi per il trasporto del GNL, per il momento ancora relegate a un ruolo di nicchia (3 per cento del DWT circolante), ma in forte crescita e con margini di sviluppo davvero importanti.

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