26 agosto 2011 - In questa settimana il Giornaliero ha dato spazio all’indagine Istat sugli Aspetti della vita quotidiana, evidenziando il livello di apprezzamento davvero elevato che la fornitura di energia elettrica e gas si è meritata da parte delle famiglie italiane. Voti quasi sempre di assoluta eccellenza, per quanto riguarda il servizio nel suo complesso, la continuità e la stabilità, la sicurezza. Verrebbe spontaneo pensare che proprio alla liberalizzazione si debba buona parte dei risultati; l’avvento della tanto auspicata concorrenza non poteva che migliorare la qualità del rapporto tra utility e utenti! Proprio i dati Istat, nella sezione storica, sembrano però contraddire questa valutazione.
Pur rimanendo - come più volte ripetuto - su livelli di assoluta eccellenza, tutti i parametri sono peggiorati dal 2001 a oggi. Partiamo dai kWh. Il servizio nel suo complesso, che oggi soddisfa 87 famiglie su 100, nel 2001 (primo anno di rilevazione da parte dell’Istat) si attestava addirittura al 92 per cento. La continuità di servizio ha avuto il suo livello in assoluto più elevato nel 2007 (93,1 per cento di famiglie molto o abbastanza soddisfatte) e poi negli anni ha perso qualche decimale. In calo anche la stabilità della tensione che negli ultimi dieci anni perde quasi tre punti.
Pesante, invece, l’arretramento che si rileva in termini di comprensione della bolletta e di accesso alle informazioni sul servizio. Dieci anni fa 77 famiglie su 100 non avevano nulla da ridire sulla leggibilità della bolletta. Da allora, anno dopo anno, si è evidenziato un calo progressivo, fino al valore attuale di 67 punti. Difficoltà crescenti anche nel reperire le informazioni. Se dieci anni fa erano solo 26 su cento le famiglie che facevano fatica a relazionarsi con il proprio fornitore, oggi il numero è salito a 35.

Sul Giornaliero di lunedì i dati inerenti il settore gas