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IL GIORNALIERO - Trasporto marittimo: ora c’è un accordo sull’efficienza energetica (1) Stampa E-mail

25 luglio 2011 - Accordo raggiunto all’IMO per il miglioramento dell’efficienza energetica delle navi nuove, anche se con alcune esitazioni che potrebbero ostacolarne la piena efficacia per qualche anno. I fari accesi sul 62° meeting del MEPC-IMO (Comitato per la Protezione dell’Ambiente Marino dell’International Maritime Organization) tenutosi a Londra nei giorni scorsi, riguardavano soprattutto il tema dei consumi di energia e delle emissioni di CO2 delle navi. All’ordine del giorno il primo regolamento per la riduzione della CO2 del trasporto marittimo internazionale, quello che molti commentatori ritengono un fondamentale banco di prova per le possibilità di sblocco del più ampio negoziato climatico globale, che da ormai due anni si è incagliato nelle secche di un protocollo post-Kyoto comprendente non solo gli Stati più sviluppati ma anche le economie emergenti.
In base al regolamento appena adottato dal MEPC62 dell’IMO, l’indice di efficienza energetica del design della nave (EEDI-Energy Efficiency Design Index), che in realtà misura le emissioni di CO2, diventerà obbligatorio per tutte le nuove navi oltre le 400 tonnellate di stazza lorda a partire dal 2013. In aggiunta a questo fondamentale requisito di calcolo preventivo delle prestazioni energetiche della nave, il regolamento prevede un programma di graduale riduzione dei consumi specifici delle nuove navi, con riduzioni fino al 30 per cento a partire dal 2025.
I nuovi limiti di consumo specifico varieranno a seconda delle categorie di navi, della loro classe dimensionale e del periodo di costruzione, e sono calcolati mediante percentuali di riduzione rispetto al benchmark di riferimento determinato dall’IMO sulla base dei consumi medi delle diverse categorie di navi nello scorso decennio (costruite tra il 1999 e il 2009).
Dopo una prima fase di entrata in vigore della nuova normativa (periodo 2013-2014), in cui l’obiettivo è la stabilizzazione dei consumi nominali delle navi nuove misurati con l’EEDI, nella seconda fase (2015-2019) le nuove navi dovranno ridurre i consumi fino al 10 per cento, in una terza fase (2020-2024) fino al 15-20 per cento, mentre a partire dal 2025 fino al 30 per cento. Il principio generale è che i suddetti livelli di massima efficienza nell’ambito delle forchette di miglioramento riguarderanno le navi di medie e grandi dimensioni, mentre maggiore flessibilità è stata adottata per le navi di piccole dimensioni, che dovranno comunque puntare al livello minimo della stabilizzazione dei consumi specifici rispetto alle navi dello scorso decennio.
Il nuovo regolamento costituirà un nuovo capitolo 4 dell’Annesso VI (controllo dell’inquinamento atmosferico delle navi) della Convenzione Marpol per la tutela ambientale del trasporto marittimo: un percorso legislativo accelerato che per un verso consentirà l’entrata in vigore delle nuove norme in tempi stretti, per l’appunto dal 1° gennaio 2013, ma che per un altro verso subordina la piena efficacia giuridica globale delle nuove norme alle vischiose regole della Marpol (anche se l’Annesso VI è entrato formalmente in vigore a livello globale già da alcuni anni, molti Stati del globo non l’hanno ancora ufficialmente ratificato).

_________________________________di Andrea Molocchi, consulente di economia ambientale

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