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IL GIORNALIERO - Per l’eolico Usa rallenta la crescita ma non le ambizioni (2) Stampa E-mail

5 agosto 2011 - Il 2010 non è stato un anno eccezionale per il settore eolico negli USA. Un po’ per colpa della crisi, un po’ per la concorrenza crescente della Cina, gli States si sono dovuti accontentare di molti secondi posti nelle classifiche mondiali di settore sulle nuove installazioni e sulla potenza cumulata. E, comunque, hanno dovuto fare i conti con un bel rallentamento rispetto ai più euforici risultati del 2008-2009 (vedi il Giornaliero di ieri). Eppure, molti osservatori del settore sono convinti che i margini di ulteriore sviluppo restano molto ampi. Questo per una serie di elementi.
Il primo riguarda l’attuale penetrazione della generazione wind rispetto alla produzione totale di kWh. Questo dato equivale, negli Stati Uniti, a poco meno del 3 per cento. Valori lontanissimi da alcuni record europei. La Danimarca copre il 26 per cento della domanda interna di energia elettrica grazie alle wind farm, il Portogallo arriva al 17, la Spagna al 15, l’Irlanda al 14, la Germania al 9. Altre economie e altra geografia, si dirà. Verissimo.
Ma è altrettanto vero che ci sono alcuni Stati d’America che già si avvicinano a queste performance (il Sud Dakota con uno share del 23 per cento, l’Iowa con il 17, il Nord Dakota con il 14) e altri che ancora, di fatto, devono partire con un vero e proprio programma di diffusione dell’energia eolica. Siamo quindi molto lontani dal punto di saturazione.
In linea del tutto teorica, a fine 2010 risultavano, infatti, 258 GW under consideration, ovvero potenzialmente sviluppabili e realizzabili. Se anche una frazione di queste intenzioni vedesse la luce nel breve e medio termine, gli Usa potrebbero davvero tornare alla grande ai livelli di due o tre anni or sono. Per non parlare del capitolo offshore, ancora tutto da esplorare.
Lo stesso 2010 Wind Technologies Market Report riconosce che ad oggi, un vero e proprio mercato offshore deve ancora partire e che esistono ancora parecchie criticità da superare prima di poter considerare la strada in discesa (sarebbero solo 2.322 i MW in mare aperto in avanzato stato autorizzativo). È tuttavia plausibile pensare che nel medio e lungo termine anche dalle coste americane non dovrebbero mancare le soddisfazioni.
Ma in questo momento è un altro fattore che sembra stare particolarmente a cuore gli americani...

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