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IL GIORNALIERO - Per l’eolico Usa rallenta la crescita ma non le ambizioni (1) Stampa E-mail

4 agosto 2011 - È come una Ferrari che procede con la terza marcia inserita. Non è al pieno del suo potenziale, certo; né è lanciata alla massima velocità possibile. Però riesce ugualmente a mettere su strada prestazione da vera fuoriserie. È l’industria americana del settore wind che pur avendo rallentato nel corso del 2010 (anche in maniera vistosa) si conferma tuttavia ai vertici planetari. E se non fosse per la Cina, potrebbe continuare a fregiarsi della medaglia d’oro.
Il dato che sembra più di altri penalizzare le performance Usa riguarda la capacità installata nel corso del 2010: 5 GW (in base ai conteggi del 2010 Wind Technologies Market Report) per un investimento complessivo pari a 11 miliardi di dollari.
Le nuove realizzazioni segnano un calo del 50 per cento rispetto ai valori record del 2009 e del 40 per cento in confronto al 2008. Sostanzialmente, si torna quindi sui livelli di mercato del 2007.
Un altro indicatore fotografa una situazione in (forte) rallentamento. Lo scorso anno negli States sono stati messi in esercizio, complessivamente, 20 GW di potenza.
La quota mercato dell’eolico è stata quindi del 25 per cento e questa soluzione tecnologica si è posizionata alle spalle di carbone e gas naturale. Nei due anni precedenti invece era invece stato proprio il wind power, con uno share superiore al 42 per cento, a fare la parte del leone, giocandosela con il gas naturale.
Fa meno notizia, a questo punto, il sorpasso della Cina - era già successo nel 2009 - sia in termini di nuova capacità installata, sia di potenza cumulata. Ormai, in questa partita, sembra che il destino a stelle e strisce sia quello di accontentarsi di una medaglia d’argento. I margini di sviluppo restano comunque ancora ampi, e il futuro potrebbe riservare delle sorprese davvero interessanti...

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