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INFO@COMUNI - Così nel 2010 sono cambiati i consumi degli italiani Stampa E-mail

29 luglio 2011 - INFO@COMUNI | NUOVA ENERGIA - Il Rapporto Istat registra che la spesa media mensile di una famiglia ha toccato i 2.453 euro. Alla voce alimentari, il 65,3 per cento dei connazionali dichiara di aver ridotto la quantità acquistata e il 13,6 per cento anche, contemporaneamente, la qualità. A sorpresa, registra un pur lieve calo la spesa per i combustibili e la bolletta elettrica.

Qual è stata la spesa media mensile di una famiglia italiana nel 2010? La risposta non può che essere nel volume dell’Istat I consumi delle famiglie - Anno 2010 ed è la seguente: 2.453 euro (2.442 nel 2009).
Altre cifre interessanti? La spesa media per i generi alimentari tocca i 467 euro mensili. Rispetto al 2009, il 65,3 per cento degli italiani dichiara di aver diminuito la quantità e un 13,6 di aver avere ridotto, contemporaneamente, la qualità.

Procedendo in ordine sparso, comparando le due annate si nota che aumentano le spese per le ristrutturazioni domestiche mentre diminuiscono quelle indirizzate all’acquisto di mobili e accessori. Le spese maggiori per la salute (visite e esami) hanno penalizzato la frequentazione di parrucchieri e saloni di bellezza. Stabili tabacchi e abbigliamento/calzature, incremento per istruzione e tempo libero-cultura. Altre voci di spesa sono lievitate. Ad esempio, gli alimenti e le bevande in generale (con 6 euro in media per famiglia di aggravio ogni mese), l’abitazione (ben 15 euro in più, sempre su base mensile), i trasporti (3 euro). Impercettibile calo (solo un euro) per comunicazioni, arredamenti, elettrodomestici e servizi per la casa.
Gli esperti dell’Istat, inoltre, rilevano un andamento che per certi versi può apparire sorprendente, soprattutto per i cittadini che spesso ne lamentano i riflessi negativi sul proprio budget familiare. Ebbene, si fa riferimento al caro benzina e al caro bolletta elettrica.
Almeno nel 2010 (vedremo il prossimo Rapporto…) proprio combustibili ed energia elettrica sono l'unica tipologia di spesa che ha innestato un pur leggera retromarcia con un 5,3 per cento di incidenza rispetto al 5,5 per cento del 2009. Come spiegare questo dato? Le spese per l’energia sono difficilmente comprimibili e, pertanto, il minor esborso registrato lo scorso anno non sembra essere stato il frutto di una rinuncia ma, semplicemente, il risultato combinato di un inverno meno freddo rispetto a quello del 2009 (che ha quindi ridotto il fabbisogno di riscaldamento) e di una leggere riduzione dei prezzi del kWh praticato alle utenze elettriche.
In generale, quindi, la difficile situazione economica ha prodotto un consistente cambiamento nei propri stili di vita. Ma non nei propri comportamenti energetici. L’auspicio è quello di trovare “buone nuove” nel Rapporto 2011.


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