di Carlo Andrea Bollino



Con tutto il rispetto e gli auguri per l’avvio della nuova consiliatura all’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas, che ha recentemente presentato la sua prima relazione al Parlamento, desidero mettere in guardia il lettore, con il mio usuale spirito critico secondo la massima Amicus Plato, sed magis amica veritas, che vi sono alcuni punti critici nella futura strategia annunciata dall’Autorità. Si è detto nella relazione del Presidente che gli obiettivi della UE hanno “attribuito alla produzione da fonti rinnovabili un peso 6 volte superiore rispetto a quello attribuito all’efficienza energetica”, quasi che questo rapporto fosse eccessivo. Ebbene, nella stessa relazione è dedicato uno spazio alla regolazione ex ante di 3,5 volte superiore a quello attribuito alla regolazione ex post o enforcement. Tuttavia, questi rapporti sono anche qualitativi e non quantitativi. [...]

Infine, ciò che preoccupa nella annunciata strategia della Autorità è questo senso di voler fare gli sceriffi contro i malviventi nel settore. E questo continuo richiamo alla concorrenza.
Secondo il noto principio dell’ofelè fa el to mestè, i comportamenti fraudolenti li persegue la giustizia e la promozione della concorrenza è materia genotipica dell’Autorità per la concorrenza.
Penso, invece, che una Autorità per l’energia che fa quello che serve al Paese debba essere un ufficio tecnico di eccellenza che calcola le tariffe dei settori a monopolio naturale che non possono essere aperti alla concorrenza e che protegga la dimensione di “bene pubblico” (cioè controlli e gestisca le caratteristiche di esternalità, indivisibilità e non escludibilità) del sistema energetico del Paese, ovvero in primis gli incentivi per la gestione della sicurezza. [...]

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