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IL GIORNALIERO - Ravanelli (a2a): Incentivi, occorre superare le asimmetrie esistenti (2) Stampa E-mail

30 giugno 2011 - Il settore delle tecnologie per la produzione del calore da fonte rinnovabile è ancora poco noto all’opinione pubblica italiana (e per così dire, un po’ trascurato dal legislatore). Il che potrebbe rendere più oneroso o difficile il raggiungimento degli obiettivi europei. È questo il messaggio lanciato da Renato Ravanelli, direttore generale di a2a in un recente convegno che si è svolto alla Bocconi di Milano (vedi il Giornaliero di ieri).
“Per capire la rilevanza e il contributo che soluzioni quali il teleriscaldamento o la cogenerazione potrebbero fornire al raggiungimento degli obiettivi al 2020 - ha tra l’altro ricordato Ravanelli - è sufficiente pensare ai sistemi di trattamento dei rifiuti nella città di Brescia e Milano, a cui sono collegate reti di teleriscaldamento urbano diffuse, o al Progetto di teleriscaldamento per l’Expo del 2015. Progetti che muovono grandi investimenti e consentono, e consentiranno, di riscaldare e raffrescare grandi aree urbane in modo efficiente e mediante l’utilizzo di fonti rinnovabili come la biomassa”.
Teleriscaldamento di Bergamo | fonte a2a
Maggiore attenzione andrebbe anche posta nei confronti dei Certificati Bianchi. Un meccanismo che ha funzionato bene in questi anni, ma che forse ha puntato troppo verso una sola direzione.

“Ad oggi solo il 5 per cento degli incentivi rappresentati dai Certificati Bianchi è stato erogato per il sostegno dello sviluppo di impianti di cogenerazione alimentati da fonte rinnovabile e per le reti di teleriscaldamento. Mentre l’85 per cento è andato ad incentivare la sostituzione di lampadine e l’installazione di erogatori a basso flusso nei rubinetti. Se noi guardassimo di più all’efficienza dal lato dell’offerta, cioè dei grandi impianti, in particolare quelli che bruciano biomasse (ivi comprese quelle derivanti dal riuso dei rifiuti), ci accorgeremmo che il potenziale di risparmio è ancora del tutto inespresso”.

“È quanto mai urgente una riflessione da parte del nostro Paese - ha concluso Ravanelli - sulle asimmetrie esistenti nei sistemi di incentivazione in campo energetico, al fine di individuare meccanismi che siano non solo trasparenti e confrontabili in termini di efficacia al raggiungimento di obiettivi prefissati, ma che contestualmente tengano in considerazione anche gli interessi nazionali connessi, da un lato, allo sviluppo di infrastrutture energetiche capaci di rispondere alle esigenze primarie dei nostri cittadini e, dall’altro, allo sviluppo di un indotto produttivo italiano”.

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