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IL GIORNALIERO - Ravanelli (a2a): Incentivi, occorre superare le asimmetrie esistenti (1) Stampa E-mail

29 giugno 2011 - Non è facile crescere all’ombra degli impianti eolici e fotovoltaici! È questo l’appello che da qualche mese a questa parte i sostenitori delle rinnovabili termiche hanno iniziato a lanciare con crescente insistenza, rivendicando un riequilibrio degli strumenti di incentivo oggi a disposizione degli operatori. E la questione, finalmente, ha iniziato a stimolare una certa attenzione anche da parte dei mass media (in vero, Nuova Energia ne parla da più di un anno...).
In un recente convegno che si è svolto alla Bocconi di Milano, su questo tema ha voluto portare un contributo anche Renato Ravanelli, direttore generale di a2a.
“Per raggiungere l’obiettivo obbligatorio al 2020 del 17 per cento - ha ricordato Ravanelli - è necessario agire mediante la promozione congiunta dell’efficienza energetica e dell’utilizzo equilibrato delle fonti rinnovabili per la produzione e il consumo di energia elettrica, calore e biocarburanti. Il settore delle tecnologie per la produzione del calore da fonte rinnovabile è ancora poco noto all’opinione pubblica italiana ma, secondo i Piani del Governo, esso dovrà contribuire per oltre il 45 per cento all’obiettivo nazionale al 2020. Su uno sforzo complessivo di 22,6 Mtep al 2020, ben 10,5 Mtep dovranno provenire dalle fonti rinnovabili termiche”.
“Quando parliamo di calore e di efficienza energetica - ha aggiunto Ravanelli - occorre innanzitutto sfatare l’opinione comune che associa, da un lato, il calore ai piccoli impianti (ad esempio le caldaie domestiche/condominiali) e, dall’altro lato, l'efficienza ai consumi degli utenti finali (ad esempio gli elettrodomestici, l'elettronica di consumo, l’isolamento termico degli edifici, eccetera). Questo punto di vista, che ha come motore la domanda del tutto volontaria dell’utente finale, è però solo una faccia della medaglia; infatti dovremmo analizzare il tema anche dal punto di vista dell’offerta, cioè dal lato di chi genera calore e raffrescamento da grandi impianti. Mi riferisco in particolare agli impianti di cogenerazione al servizio delle industrie o al teleriscaldamento urbano o agli impianti di termovalorizzazione di rifiuti con recupero di calore”.

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