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IL GIORNALIERO - PowerGen, il salone zero hostess tutto sostanza e professionalità Stampa E-mail

10 giugno 2011 - Giudicare una fiera dalla pausa pranzo può sembrare un tantino irriverente. Specie se l’evento in questione si qualifica come un appuntamento ad alto tasso di professionalità. Eppure, a volte anche nei piccoli particolari... si nasconde la sostanza.
Tra tutti i saloni che Nuova Energia ha frequentato negli ultimi otto anni, PowerGen - che giusto ieri si è concluso - ha stupito (anche, ma certamente non solo) per l’ordine addirittura britannico delle file di fronte ai punti di ristoro. Composte, quasi silenziose, addirittura rispettose della privacy alimentare del cliente di turno giunto alla cassa, quindi ferme un passo indietro.

E non si tratta di una sterile nota di colore. È un’ulteriore conferma del tasso di professionalità e della vera caratura internazionale dell’appuntamento che è andato in scena a Milano nei giorni scorsi. Sì, la prima impressione... della prima partecipazione di Nuova Energia a PowerGen può essere riassunta in questi termini: professionalità e internazionalità. Due parole che fanno davvero la differenza in un panorama fieristico affollato come non mai (di promesse) e non di rado contraddistinto da proposte che guardano più all’apparenza che alla sostanza.

Da questo punto di vista un altro elemento a favore (vabbè, qualcuno la potrà considerare una pecca) di PowerGen riguarda la scelta di essere una fiera (praticamente) zero hostess. Ai padiglioni solo manager, commerciali, tecnici, esperti, job recruiter (sembra strano, ma pare che il settore abbia un gran bisogno di effettuare nuove assunzioni e fatichi non poco a trovare figure qualificate). Insomma, uomini e donne d’azienda, che masticano energia per sette giorni alla settimana. Niente ragazze-immagine, coreografie, frizzi e lazzi, intrattenimenti di vario gusto e natura.

Tra i visitatori la stessa tipologia di persone, con una percentuale di soggetti stranieri di assoluta rilevanza, l’inglese come lingua ufficiale e un’età media da veterani del mondo del lavoro. Scarsissima la presenza di studenti universitari; assenti i semplici curiosi o quelli che "passavo di qui per caso".
Una fiera veramente tecnica e per veri tecnici; e come tale forse un po’ borderline - ma non per questo meno apprezzata - per una realtà come Nuova Energia che tanto spazio dà anche agli aspetti sociali, economici, geopolitici, strategici dell’energia.
Sensazioni più che positive, dunque. Con il solo (solito) nucleare nel ruolo di Calimero. A giudicare dalle locandine (stampate prima di Fukushima) Nuclear Power Europe avrebbe dovuto mostrare i muscoli ed essere uno degli eventi trainanti. E invece, il profilo di comunicazione delle aziende di settore (e della stessa AIN) in tema di atomo è stato a dir poco sottotono...


P.S. Giudicare una fiera dalla mezz'ora successiva all'annuncio di chiusura dell'evento può sembrare un tantino strambo. Eppure, a volte anche in questi piccoli particolari... si nasconde la conferma della sostanza. Nella maggior parte degli stand, deposta su una sedia la giacca - che fosse di abito o di tailleur - allo scoccare delle quattro gli stessi espositori hanno iniziato (ordinatamente) a provvedere allo smantellamento del proprio stand. Scatole, scatoloni, bancali da sigillare al più presto... che il giorno dopo si torna in ufficio e magari, tra qualche mese, si è di nuovo in corsia in qualche fiera all'altro capo del mondo!

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