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IL GIORNALIERO - Dal (mancato) rinascimento nucleare alla età dell’oro (per il gas) - 2 Stampa E-mail

8 giugno 2011 - “C’è un potenziale di crescita davvero sostenuto per il gas naturale che può effettivamente ampliare il suo ruolo nello scenario energetico mondiale”. Parole di Nobuo Tanaka, executive director dell’International Energy Agency affidate a una recente pubblicazione che già dice tutto nel titolo: Are We Entering a Golden Age of Gas?
Il punto di domanda è scontato, anche per la cautela che deve contraddistinguere un mestiere difficile come quello di chi fa previsioni e delinea scenari (per maggiori dettagli basterebbe rileggere le pubblicazioni del 2010 sulla possibile crescita planetaria del nucleare). Ma nel dopo Fukushima, in attesa di eventuali ulteriori sorprese, proprio il gas sembra essere il più accreditato alla vittoria finale (vedi il Giornaliero di ieri).
In effetti, le revisioni elaborate dopo lo tsunami Giapponese sono qualcosa in più di un semplice ritocco. Per il 2035 l’ultima stima parla di 5.100 miliardi di metri cubi consumati su scala planetaria nel 2035. Ben 600 miliardi in più rispetto a quanto previsto dallo scenario base del World Energy Outlook 2010. Giusto per dare un termine di paragone, oggi la Cina consuma 100 miliardi di metri cubi l'anno. Le nuove stime aggiungono quindi una domanda potenziale sei volte superiore ai consumi attuali della più popolosa nazione mondiale.
Un balzo in avanti così poderoso può essere spiegato solo focalizzando l’attenzione sul cambiamento di rotta improvviso che ha riguardato il settore nucleare.

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