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IL GIORNALIERO - Dal (mancato) rinascimento nucleare alla età dell’oro (per il gas) - 1 Stampa E-mail

7 giugno 2011 - Uno a zero per il gas. Naturale nel dopo Fukushima... verrebbe da dire. Nelle scorse ore hanno iniziato a circolare le ultime stime elaborate dall’International Energy Agency sull’andamento previsionale dei consumi mondiali del combustibile fossile più pulito. E non sono mancate le sorprese. “In questi mesi abbiamo notato sviluppi significativi (remarkable developments) proprio nel mercato del gas”, ha ammesso al riguardo Nobuo Tanaka, executive director della IEA.
Praticamente un bel fischio arbitrale per sancire che, ad oggi, proprio il natural gas sembra rappresentare la risposta più convincente nel riallineamento delle politiche energetiche mondiali a seguito dell’ammonizione (e in alcuni casi della vera e propria espulsione, forse frettolosa) subita dal nucleare.
Ebbene, in base alle più recenti stime della IEA, da qui al 2035 i consumi di gas potrebbero salire di oltre il 50 per cento, mandando addirittura in fuorigioco il carbone che, a questo punto, diventerebbe la terza fonte per importanza. Emblematico, per altro, il titolo del rapporto elaborato dagli esperti parigini: Are We Entering a Golden Age of Gas?
Lo stesso studio non fa mistero del fatto che sì, tra le cause di questa revisione delle stime c’è la crescente domanda della Cina (da tanti anni a questa parte non è certo una novità). E anche le riserve non convenzionali, compreso lo shale gas, hanno avuto voce in capitolo (ma anche di queste si parla ormai da un bel po’ di tempo). Ma aggiunge quelle poche parole che sembrano fare davvero la differenza: slowing growth of nuclear power.
Altro fattore chiamato in casua, invero non così scontato considerando i precedenti, è l’andamento più che accettabile delle quotazioni.

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